Sottopasso ad Altopascio, progetto bocciato dal comitato






Presentato ieri (12 luglio) al cinema Puccini di Altopascio il progetto preliminare del raddoppio della linea ferroviaria e per la realizzazione del sottopasso della stazione di Altopascio. Sul palco il sindaco Sara D’Ambrosio, l’assessore regionale Ceccarelli, il consigliere regionale Baccelli, l’assessore regionale Remaschi e i referenti tecnici delle Ferrovie. Un progetto che ha fatto discutere e che ha registrato prese di posizioni contrarie da parte di alcuni cittadini e del comitato contro il sottopasso in via Torino.
“Dobbiamo uscire da qui – ha detto il sindaco – consapevoli che il sottopasso deve essere fatto e realizzato. L’opera è indispensabile per la comunità. La zona dove sorgerà la nuova opera è stata individuata dal piano regolatore del 2010. Rivendico il ruolo dell’amministrazione nel migliorare il progetto originale presentato dalle Ferrovie. E prosegue comunque l’opera di ascolto dei cittadini. Se perdiamo questa occasione, perdiamo l’occasione. Ci saremo anche sugli assi viari e porteremo nelle sedi opportune queste necessità”. “La partecipazione dei cittadini – interviene il Sindaco D’Ambrosio – è la dimostrazione di quanto questo progetto sia atteso e sentito, di quanto ci sia voglia di discuterne e di approfondire, di quanto il coinvolgimento della popolazione sia prezioso e insostituibile. Il sottopasso ferroviario rappresenta un’opportunità oserei dire storica per Altopascio: risolve annose questioni, è un primo passo, forte e decisivo, per rilanciare e rendere maggiormente attrattivo il territorio, per collegarci a ciò che ci circonda. Il momento è maturo, propizio, i fondi ci sono, non possiamo perdere questa opportunità: detto questo, però, ogni progetto è migliorabile e sono io la prima a volere il miglior progetto possibile per Altopascio, che coniughi la fattibilità dell’opera alle esigenze, alle proposte, alle osservazioni e ai consigli dei cittadini. Da diverse settimane incontro quasi quotidianamente, insieme all’assessore ai lavori pubblici, Daniel Toci e a tutta la squadra di governo, consiglieri di maggioranza compresi, la popolazione per parlare del sottopasso, sono tanti gli spunti di riflessione emersi, tanti anche quelli emersi durante l’assemblea pubblica: bene, tutti saranno valutati, presi in considerazione, verificati dal punto di vista della fattibilità. Anzi, dirò di più: mettiamoci insieme intorno al tavolino e costruiamole insieme le osservazioni, perché il momento per farlo è ora”.
“La nostra ambizione – conclude il Sindaco – è costruire una cittadina che sappia valorizzare il proprio patrimonio esistente, rigenerare dal punto di vista urbano ciò che già c’è e che lo faccia con un occhio di riguardo verso la mobilità sostenibile, l’ecologia, la sicurezza e la maggiore vivibilità dei cittadini. E la partecipazione sta alla base: ogni proposta nasce qui, su questo terreno, accanto al quale è opportuno prevedere la sinergia con gli altri enti, locali, regionali e nazionali. Con la stessa convinzione, infatti, stiamo spingendo affinché Anas fornisca tempi certi rispetto alla realizzazione degli assi viari, compreso quindi anche il secondo lotto nel quale rientra il completamento della circonvallazione di Altopascio. Per noi è l’altra grande opera irrimandabile, perché risolverebbe il problema del traffico, soprattutto di quello dei mezzi pesanti”.
Dopo la presentazione tecnica degli ingegneri, è venuto il momento degli interventi. A tenere banco è stato il comitato contro il sottopasso in via Torino, la zona più interessata dal progetto preliminare presentato. “Via Torino – è il leit motiv del comitato il cui referente è il dottor Ferranti – non può essere utilizzata come bretella della via Francesca Romea. Come fa questa via a incanalare tutto il traffico? Ci sono poi problemi oggettivi legati soprattutto alle distanze dalle case, agli spazi che sono risicati, ai marciapiede che in via Torino verranno soppressi, a tutte le intersezioni tra vecchia e nuova viabilità, senza parlare delle pendenze ai limiti di legge così come i raggi di curvatura delle rotonde. E inoltre, la zona dove il progetto prevede l’intervento è ad elevato rischio idraulico”. La richiesta del comitato è stata quella di abbandonare il progetto preliminare in favore di un progetto di viabilità alternativa che tenga conto di una serie di prerogative come le dimensioni almeno pari o superiori a quelle dell’attuale via Francesca Romea, di prevedere marciapiedi adeguati lungo entrambi i sensi di marcia, di non essere attraversata dal traffico pesante, di non creare incroci e intersezioni insufficienti e pericolosi in rapporto al carico veicolare e alla tipologia di traffico presente nella zona. Inoltre, nel tratto interrato la richiesta è quella di avere una pendenza che non crei problemi al traffico in particolare a quello pesante e che il la viabilità sia compatibile con le problematiche idrogeologiche della zona. Un progetto alternativo per altro già presentato. “Il progetto di Rfi – sottolinea il comitato – non risponde a nessuno di questi requisiti. Inoltre, non risolve assolutamente il problema del traffico pesante: anzi, genera nuove criticità”. Oltre a questa proposta alternativa, altre sembrano profilarsi all’orizzonte. Sono arrivati interventi a sostegno del comitato da parte del capogruppo di Insieme per Altopascio Fagni e del consigliere di minoranza Orlandi. “Dopo tanti anni – ha detto Fagni – abbiamo la fortuna di avere i soldi grazie al mancato interramento dei binari di Montecatini. Spendiamoli bene, per un progetto che tenga conto delle istanze dei cittadini e dei residenti di quelle zone in particolare. Non c’è stata partecipazione, perché la partecipazione deve esserci in sede di discussione del progetto. Poi, ovviamente, l’amministrazione deve decidere. Inoltre, per quanta riguarda il terzo lotto, ora che tutta la filiera politica è tutta del Pd, perché non si deve fare ora?”. L’opposizione concorda col comitato per quanto riguarda il rischio idraulico molto elevato: “E’ scandaloso – attacca Fagni – che un tecnico progettista di Ferrovie venga ad Altopascio a dirci che dove verrà fatto il sottopasso non c’è nessun rischio idraulico. Ci sono le carte che dimostrano che la zona ha elevata pericolosità idraulica”. Critiche alla minoranza sono arrivate da Remaschi: “In vent’anni – ha attaccato l’assessore regionale – non c’è stata programmazione né una proposta concreta che risolvesse tutte queste problematiche”. “Questo progetto – hanno detto il consigliere Baccelli e l’assessore Ceccarelli – è un progetto preliminare, non un progetto definitivo, fermo. È un punto di partenza su cui discutere. Dopo trent’anni, c’è una proposta concreta e una discussione in corso. Ci sono criticità e proveremo a migliorare il progetto, a partire dalle osservazioni. Da tenere presente deve essere l’interesse generale, che deve prevalere sempre sugli interessi particolari. Ad Altopascio l’opera è strategica, molti cittadini trarranno giovamento da questo intervento”.
“Le due rotonde di innesto su via Torino e poi da là sulla via Francesca Romea – commentano in separata sede Maurizio Marchetti, consigliere di Insieme per Altopascio e il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Stefano Mugnai – non sopporteranno il traffico che vi insiste. La stessa via Torino è troppo stretta per permettere, ad esempio, a due mezzi pesanti di scambiarsi. Sarà necessario eliminare i marciapiedi, e allora in pericolo ci saranno i pedoni o le biciclette. Insomma – concludono Mugnai e Marchetti – sarà pericoloso, in certi tratti, persino uscire di casa”. “Sono state del tutto disattese – attaccano – le aperture mosse in commissione consiliare sabato scorso dal vicesindaco. E’ stato detto che il progetto, prendere o lasciare, quello è. E chi lo desidera può presentare osservazioni fino al 22 luglio. Insomma, posizioni che smentiscono anni di parole su partecipazione e scelte condivise per aprire a un progetto imposto”.
Ancora, qualcosa non torna a rigor di goniometro: “Anche la parte che dal sottopasso va ad innestarsi nella viabilità esistente – osserva Forza Italia – superando e incrociandosi col ponte della A11 utilizza un angolo di 45 gradi, che appare molto problematico”. A questo si aggiunge la pendenza del sottopasso stesso: “Si attesta sul 10 per cento – affermano i coordinatori regionale e provinciale – e così mette a rischio discesa e risalita dei mezzi pesanti”.
Mirco Baldacci