Marchi (Udc): “Che fine ha fatto l’asilo nido Cosimo di Lammari?”

Giovanni Marchi (Udc) torna sul ‘caso’ dell’asilo nido Cosimo di Lammari. “La scuola – dice il consigliere comunale – e in particolare la struttura, decantata a livello regionale e con una sostenibilità ambientale eccelsa, costruita interamente in legno, con pannelli fotovoltaici, impianto solare termico per la totale autosufficienza dal punto di vista energetico, certificato in classe energetica A+. inaugurata nel maggio del 2014 ma usufruibile per la scuola d’infanzia e per l’accoglienza dei bambini, solo nel settembre del 2015, costata ai cittadini circa 1 milione e 200mila euro, di cui 800mila euro finanziati con fondi dalla Regione Toscana, e per 416mila euro con fondi previsti nel bilancio del 2010 a seguito della contrazione di mutuo, che tutt’ora paghiamo, non sappiamo più che fine abbia fatto”. “L’amministrazione comunale, come ama definirsi “prima in tutto” – dice Marchi – si è autoincensata in tutta la Regione per una struttura reputata all’avanguardia, non sappiamo più che fine ha fatto. Oramai dopo due anni la vicenda dovrebbe essere chiara, ma la giunta ancora non sa che pesci prendere e si distingue per la sua latitanza e anonimato”.
“Dopo, il costo spropositato della struttura e le disavventure che si sono susseguite – prosegue Marchi – i cittadini vorrebbero un po’ di chiarezza, che siano messi a conoscenza delle gravi responsabilità politico amministrative da parte di un’amministrazione ambigua e inconcludente e noi ci domandiamo quale sarà il destino dell’immobile. Tutto tace, l’amministrazione non parla e nessuno si prende la briga di dire come veramente stanno le cose, chi ha sbagliato non lo sappiamo, ma quello che è peggio, le voci che si rincorrono negli alveoli comunali sono discordanti, non perché qualcuno dice esplicitamente, ma si sente sussurrare nelle segrete stanze, anche ipotesi di abbattimento delle struttura, mentre altre voci ipotizzano il recupero con ingenti spese da parte dell’amministrazione e addirittura la non convenienza al recupero. Se veramente ci fosse l’abbattimento della struttura come reagirà la Regione Toscana che ha finanziato l’opera con 800mila verso il Comune di Capannori. Questa amministrazione è più interessata all’immagine, alle inaugurazioni, alle promesse, che, alla trasparenza che a fare estrema chiarezza su un’opera della comunità capannorese”.
“Eppure – conclude Marchi – dopo che la struttura è tornata nelle mani del legittimo proprietario dovrebbe esserci un minimo di limpidezza. Ci dissero che era forviante la polemica che faceva l’opposizione sul nido di Lammari, ci dissero che non era determinante la scelta della localizzazione rispetto al problema che si era venuto a creare, Ebbene ora a distanza di anni, – conclude Marchi – con l’approvazione del progetto definitivo, sancito con delibera 210 dell’1 ottobre 2010 questa struttura non è forse un’opera di pubblica utilità dove i soldi spesi sono anche dei cittadini. Pertanto, questi come noi, che rappresentiamo le istituzioni abbiamo il diritto e il dovere di sapere, per rispondere correttamente alle domande della gente, senza mezzi termini, mezze parole o sotterfugi”.