Raddoppio, comitato a Remaschi: territorio a rischio

3 agosto 2017 | 07:36
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Raddoppio, comitato a Remaschi: territorio a rischio

Impedire che il progetto del raddoppio ferroviario stravolga il tessuto agricolo e il territorio. E’ questo che il comitato Viabilità e salvaguardia di Capannori chiede in una lettera all’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi. “Sul territorio capannorese – scrive il comitato nella lettera all’assessore – verranno eliminati 9 passaggi a livello e per ricollegare la viabilità su gomma è prevista la realizzazione di tre sottopassi carrabili. Nella frazione di Tassignano al chilometr 38+139 in via del Marginone, è prevista la realizzazione di un sottopasso e di una nuova viabilità di 1,6 chilometro di categoria C1. L’esproprio di numerosi terreni agricoli creerà ulteriore frammentazione della maglia agraria esistente e la nuova viabilità andrà ad interrompere definitivamente le strade vicinali. Ne conseguirà la marginalizzazione e l’abbandono dell’attività agricola con progressiva banalizzazione o chiusura degli spazi rurali residui con conseguente riduzione o scomparsa delle strutture del paesaggio agrario tradizionale”.

“In un mese – prosegue il comitato – abbiamo raccolto le firme di 2277 cittadini che hanno ravvisato in questa nuova viabilità l’inserimento di un’infrastruttura completamente fuori scala rispetto alla maglia territoriale e al sistema insediativo e abbiamo chiesto all’amministrazione di non adottare la soluzione prevista, di rivedere il progetto e condividere soluzioni che prevedano sottopassi funzionali al servizio del territorio. Al momento via del Marginone è una viabilità nord-sud di categoria F che passa davanti alla Chiesa di Tassignano, con una presenza di veicoli leggeri molto contenuta (tanto da non essere stata nemmeno considerata nelle rilevazioni dei flussi di traffico effettuati dal Comune) e si collega a sud della ferrovia con la via della Chiesa di Santa Margherita virando verso ovest. Il progetto di nuova viabilità di 1,6 chilometro non è contemplato dall’attuale regolamento urbanistico comunale, ma solo dal progetto preliminare proposto da Rfi su indicazioni dell’amministrazione comunaleIl tracciato della nuova viabilità insiste su un’area agricola interclusa con rischio di urbanizzazione. Nel territorio si riconoscono importanti segni delle infrastrutture per la mobilità che producono una frattura fisica e percettiva del paesaggio, oltre ad interrompere la continuità biotica propria degli ambienti rurali: a nord la ferrovia Pistoia Lucca, a sud l’autostrada A11, ad ovest la sp via della Madonnina, ad est il tronchetto ferroviario della Delicarta Sp (presente da 7 anni e mai utilizzato) previsto nell’Accordo di programma dello Scalo Merci Ferroviario di Porcari. Il principale valore diffuso dell’ambito è rappresentato dalla grande fertilità dei suoli delle aree di pianura. L’assetto insediativo è caratterizzato dal sistema a maglia delle corti lucchesi, articolato in nuclei rurali storici sviluppatisi dall’aggregazione successiva di più generazioni di famiglie. Le corti erano collegate dalla maglia viaria minuta che ricalcava la centuriazione romana della piana, su cui si è imperniata l’organizzazione del paesaggio agrario. Le corti della piana di Lucca hanno alta valenza architettonica e storico-identitaria, permettono di ammirare la bellezza dei mandolati (le rimesse areate per il foraggio in inverno) e rappresentano inoltre un valore per l’importante ruolo di presidio del territorio agricolo residuale. La storica vocazione agricola della zona è testimoniata dal rinvenimento di una fattoria al Tosso, nel cuore dell’agro centuriato di Lucca, che ripete fedelmente gli orditi agrari d’età romana. Gli scavi archeologici del 2002-2003 hanno fatto emergere solo in parte la storia di questo insediamento rurale databile entro la fine del I secolo a.C., il cui cuore produttivo era formato -tra il II e il III secolo d.C.- da un impianto di vinificazione splendidamente conservato. L’esproprio di numerosi terreni agricoli creerà ulteriore frammentazione della maglia agraria esistente e la nuova viabilità andrà ad interrompere definitivamente le strade vicinali. Ne conseguirà la marginalizzazione e l’abbandono dell’attività agricola con progressiva banalizzazione o chiusura degli spazi rurali residui con conseguente riduzione o scomparsa delle strutture del paesaggio agrario tradizionale. L’abbandono delle pratiche agricole può determinare la mancanza di manutenzione del sistema di fossi e canali della pianura; i problemi di ristagno di acque superficiali contribuiscono all’aumento del rischio idraulico in molte zone. Il rischio idraulico è uno dei principali elementi che possono minare la stabilità del paesaggio di pianura aggravato dal consumo di suolo. La nuova viabilità percorre un tratto est-ovest interrompendo il reticolo delle acque di superficie che scorrono da nord verso sud provocando un effetto barriera con prevedibili rischi di allagamento”.
“Desideriamo portare alla sua attenzione – scrivono i cittadini – anche la presenza dell’Azienda Agricola Lizzi Cinzia, sita in località Tosso, lungo il tracciato della nuova viabilità di categoria C1. Parte dei terreni dell’azienda vennero già espropriati per la costruzione del suddetto tronchetto ferroviario, ora un’altra parte verrà espropriata per la nuova “superstrada” riducendo drasticamente gli spazi a disposizione dell’azienda. L’azienda alleva ovini di razza massese, razza autoctona a rischio estinzione, con il contributo del programma di sviluppo rurale ’conservazione di risorse genetiche animali per la salvaguardia della biodiversità’; ha realizzato un fabbricato ad uso stalla e locali accessori usufruendo della Misura 121 ’ammodernamento delle aziende agricole’ ex Psr 2007/2013 con cofinanziamento del Feasr e aderisce ai Pif. La vicinanza della nuova strada impedirà lo svolgimento della normale attività di allevamento ovini e produzione casearia: l’aumento dell’impatto acustico influirà negativamente sul benessere degli animali con una riduzione della quantità di latte prodotta; l’interruzione delle strade vicinali non permetterà il transito del numeroso gregge (350 capi) e dei mezzi agricoli; la vicinanza della stalla alla nuova viabilità potrebbe causare problemi di sicurezza per gli operatori dell’azienda agricola, per gli animali e per gli automobilisti. Evidenziamo – proseguono ancora i cittadini – che nel rapporto 2017 dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) sul onsumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici il Comune di Capannori è purtroppo il terzo Comune toscano con maggiore incremento in ettari del consumo di suolo tra il 2015 e il 2016. L’obiettivo degli estensori del rapporto è quello di ’esprimere e quantificare l’impatto delle perdite di suolo e del degrado a scala locale anche in termini di erosione dei paesaggi rurali, perdita di servizi ecosistemici e vulnerabilità al cambiamento climatico e, infine, di fornire ai responsabili delle decisioni a livello locale informazioni specifiche per la definizione e l’implementazione di misure con lo scopo di limitare, mitigare o compensare l’impermeabilizzazione del suolo. Una politica di questo tipo comporterebbe degli indiscussi vantaggi per il patrimonio naturale e, allo stesso tempo, per la spesa pubblica’. La preghiamo di voler supportare l’amministrazione del Comune di Capannori nella valutazione di soluzioni alternative, al fine di non realizzare la nuova viabilità e di individuare la soluzione con il miglior rapporto costi/benefici, tenendo in debita considerazione gli indirizzi per le politiche di sviluppo della Regione Toscana, gli obiettivi di qualità e azioni prioritarie del Pit”.