Porcari: migranti impiegati in lavori socialmente utili

4 settembre 2017 | 09:18
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Porcari: migranti impiegati in lavori socialmente utili

Dal comune di Porcari arriva una novità per quanto riguarda la gestione e l’accoglienza dei migranti sul territorio del comune della piana, un tema sempre molto caldo sia a livello locale che nazionale. L’assessore alle politiche sociali Lisa Baiocchi ha infatti annunciato questa mattina (4 settembre) che è in fase di partenza un progetto di integrazione di ampio respiro.

“I lavori socialmente utili – ha detto l’assessore – saranno lo strumento con cui noi, come amministrazione, vogliamo far sentire responsabilizzati questi ragazzi affidando loro una parte importante di Porcari, ossia il decoro urbano. Come già sperimentato in passato, grazie all’appoggio di Ascit, i ‘nostri’ migranti saranno presenti sul territorio con il loro lavoro, cosicché possano dimostrare concretamente la loro riconoscenza al paese e sentirsi parte integrante di una comunità che non è mai venuta meno ai propri doveri di solidarietà. Sarà affidata loro la cura delle aree pubbliche, degli spazi verdi, insomma si faranno carico di implementare i servizi di pulizia già esistenti, così da rendere più completo il risultato finale, cioè far sì che Porcari sia sempre a misura di cittadino”.
L’assessore ha lasciato intendere che questo potrebbe essere solo il primo tassello di un disegno più ampio, il cui obiettivo è quello di allargare sempre di più lo spettro di attività che vede partecipi i richiedenti asilo: 
“Il primo passo da compiere è sicuramente l’instaurazione di una politica sociale basata sul ‘dare-avere’, non solo per ciò che concerne i migranti, ma la popolazione tutta, affinché non si scada nel mero assistenzialismo. Sul nostro territorio sono presenti 23 giovani, di cui 4 minori, provenienti da varie parti del mondo gestiti dal Gvai, Gruppo Volontari Assistenza Immigrati, e da Fabrizia Rimanti che ringrazio sentitamente. Fortunatamente Porcari non ha vissuto esperienze negative in merito alla situazione di questa emergenza umanitaria internazionale, ma reputo tenere sempre ben presente l’obiettivo finale, ossia il maggior grado di integrazione possibile”.