Cerbaie, pioggia di euro per la tutela

21 ottobre 2017 | 14:13
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Cerbaie, pioggia di euro per la tutela
Cerbaie, pioggia di euro per la tutela
Cerbaie, pioggia di euro per la tutela

Piovono finanziamenti sulle Cerbaie, grazie ad un bando della Regione Toscana. Il progetto Acque e Biodiversità – Tutela e valorizzazione delle risorse ambientali del Padule di Fucecchio e delle Colline delle Cerbaie, presentato dal Consorzio forestale delle Cerbaie, è stato infatti dichiarato ammissibile e finanziabile dalla Regione Toscana, piazzandosi al terzo posto su 21 progetti che hanno concorso al bando Pit (progetti integrati territoriali).

Al progetto partecipano 9 amministrazioni comunali (Altopascio, Castelfranco, Cerreto Guidi, Fucecchio, Larciano, Monsummano Terme, Pieve a Nievole, Ponte Buggianese e Santa Croce sull’Arno), ma anche la Città Metropolitana di Firenze, il Consorzio di Bonifica Basso Valdarno, 16 aziende agricole, 4 associazioni territoriali e 2 proprietari di terreni privati. Si tratta di 33 soggetti uniti da un’idea di sinergia territoriale volta ad affrontare in maniera integrata le problematiche di natura ambientale della tutela delle acque e della valorizzazione della biodiversità.
Sul tavolo ci sono oltre 900mila euro, destinati ad un progetto di tutela e valorizzazione delle ricorse ambientali delle Cerbaie e del Padule di Fucecchio.  Un progetto presentato stamani (21 ottobre) nel municipio di Fucecchio alla presenza del direttore e del presidente del Consorzio forestale delle Cerbaie, Andrea Bernardini e Federico Grossi, del presidente del Consorzio di bonifica Basso Valdarno Marco Monaco, insieme a sindaci e assessori dei comuni di Fucecchio, Altopascio, Castelfranco di Sotto, Cerreto Guidi, Larciano, Monsummano Terme, Pieve a Nievole, Ponte Buggianese e Santa Croce sull’Arno.
Tra gli interventi finanziati rientra anche quello che sarà realizzato dall’azienda agricola Tarabori di Altopascio, impegnata, con i suoi dieci ettari di estensione, nel settore florovivaistico tramite la coltivazione di vasetteria e fiori recisi, che realizzerà un corridoio ecologico e un laghetto, utile per l’approvvigionamento idrico soprattutto durante i periodi di siccità.
“Il Comune di Altopascio ha partecipato come ente sostenitore del progetto – spiega l’assessore all’ambiente, Daniel Toci – Il Consorzio, poi, oltre alle istituzioni pubbliche ha coinvolto anche una serie di aziende private. La Tarabori di Altopascio ha ottenuto il finanziamento ed è quindi la principale beneficiaria del progetto, anche perché le due opere previste verranno realizzate sulle loro proprietà. Quello che però è importante sottolineare è come alla fine da questa sinergia positiva pubblico-privato ne tragga un vantaggio anche l’intero territorio e l’intera comunità, visto che gli interventi previsti hanno l’obiettivo di ridurre gli impatti ambientali delle attività antropiche che operano nell’area delle Cerbaie e del Padule di Fucecchio. Infine, anche in questo caso, cosa che avviene anche per altre partite – il lago di Sibolla, la variante della Via Francigena, la pista ciclabile Capannori-Altopascio – la collaborazione tra Comuni, anche fuori dai confini provinciali, paga: con questo progetto Altopascio e gli altri territori partecipanti tornano al centro della Toscana, dopo tanti anni in cui venivamo considerati territori di confine”.
Altopascio è uno fra i nove comuni della rete. “E’ la prima volta che tutti questi soggetti si sono messi insieme e hanno lavorato ad un progetto territoriale che raccogliesse le istanze di questo territorio. Un progetto ambizioso – ha dichiarato l’assessore all’ambiente di Fucecchio Silvia Tarabugi. – Il compito di metterci tutti insieme è stato assolto dal Consorzio Forestale delle Cerbaie, che ha fatto un gran lavoro. Siamo arrivati terzi su 21 partecipanti, un gran risultato che dobbiamo considerare e rivendicare. Ce l’abbiamo fatta”.
“E’ una felicità grande quella di aver raggiunto un obbiettivo affatto scontato. In questo percorso Silvia ha messo più di tanti altri un impegno grande. Tanti sono i progetti ai quali partecipiamo. Qui otteniamo però un grande obbiettivo – ha detto, soddisfatto, il presidente del Consorzio Forestale Federico Grossi. – Con questo progetto non solo affermiamo un ruolo predominante delle Cerbaie nelle politiche dedicate all’ambiente e sostenibilità. Tutto questo travalicando confini fra comuni, aziende, pubblico e privato e quattro provincie. Oltre ogni particolarismo. Una cosa molto faticosa. Il ruolo del Consorzio Forestale delle Cerbaie, che assumerà un ruolo di protagonista, dovrà adesso lavorare. Abbiamo dimostrato che le buone idee possono avere un futuro”.
Fra le finalità del progetto, quello di trovare soluzione a specifiche problematiche ambientali locali e all’attuazione di strategie mirate alla mitigazione o all’adattamento ai cambiamenti climatici. “Siamo andati fisicamente ad interagire con i soggetti nei territori, raccogliendo desideri, istanze, progetti – spiega Andrea Bernardini, direttore dell’Ecoistituto delle Cerbaie -. Un percorso di oltre un anno, lungo ed entusiasmante. Cosa faremo adesso? I progetti ruotano intorno a temi come l’acqua e la biodiversità, riversandosi sui tre ‘sic’ del territorio, da quello delle Cerbaie al Padule di Fucecchio al Bosco di Chiusi e Paduletta di Ramone. In queste aree è previsto il ripristino di zone umide e laghetti, creandoli o rifacendoli, a fini produttivi per le aziende agricole ma anche a tutela della biodiversità. Tanto per fare un esempio, gli otto ettari dell ex Opera Pia posseduti da Fucecchio che oggi sono abbandonati, saranno risagomati e sviluppati”. Alle Pianore, invece, un incolto agricolo sarà costituito in laghetto. Mentre sulla biodiversità il progetto prevede nuove alberature, “relativamente a funzioni paesaggistiche o miglioramento ambientale – riprende Bernardini -. All’interno di questo asse tematico, tanto per fare un esempio, ci inserisce la realizzazione di ‘fasce tampone’ di vegetazione che vengono inserite fra canali di deflusso delle acque e confini dei terreni agricoli. Questo per trattenere inquinanti ma anche per la capacità di contenere l’interramento migliorando esteticamente le aree. Fino ad oggi solo in val di chiana hanno sperimentato queste fasce tampone”.