Assessori esterni, Insieme per Altopascio torna alla carica

“Come troppo spesso le succede in occasione dei suoi comunicati e delle sue infelici affermazioni pubbliche, la sindaca Sara D’Ambrosio capovolge completamente la realtà dei fatti lanciandosi, per di più, in accuse, rivolte alla minoranza, di ignoranza, malafede e mancanza di dialogo. Accuse che dovrebbe invece, attingendo al minimo ed elementare senso dell’onestà intellettuale, se non del pudore, rivolgere a se stessa”. Lo dice il gruppo consiliare Insieme per Altopascio in merito al caso degli assessori esterni.
“Nell’ultima sua uscita – prosegue la nota -, la stessa sindaca, annuncia che la Corte dei Conti avrebbe recepito il suo fantasioso assunto secondo il quale, nei comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti, ci sarebbe l’obbligo di nominare esclusivamente assessori esterni. La stessa autorevole Corte avrebbe anche certificato la regolarità del suo operato, nonché l’ignoranza assoluta, o la malafede, del gruppo di minoranza. La realtà è, invece, che la Corte dei Conti è competente e si esprime esclusivamente sull’eventualità di danno erariale procurato all’ente. In altre parole ci può essere il caso di un atto illegittimo, perché non rispettoso delle norme statali o locali, ma che non provoca una spesa aggiuntiva e quindi un danno economico rispetto all’ipotesi di una corretta applicazione della norma. La valutazione sulla legittimità degli atti – aggiunge il gruppo di minoranza – spetta al giudice amministrativo e la Corte dei Conti, le cui decisioni noi ovviamente rispettiamo ma che notoriamente fa un altro mestiere, non può avere certificato un bel nulla sulla legittimità del suo operato. Anzi, essendoci pronunce univoche del Consiglio di Stato (massimo giudice amministrativo) sul punto del rispetto dello statuto comunale in occasione della nomina degli assessori (addirittura si afferma che anche in caso di contrasto dello statuto con la legge non può, il sindaco di turno, disapplicare lo statuto fino a che lo stesso non viene modificato dal Consiglio Comunale), continuiamo a ritenere che non si potevano fare due assessori esterni sui 5 previsti come massimo dalla legge. Se fossero stati nominati 6 assessori sicuramente ci sarebbe stato anche il danno economico dovuto all’indennità corrisposta all’assessore in più rispetto al numero massimo consentito. Facendone 5 (peraltro uno in più rispetto all’amministrazione uscente) si rispetta il numero massimo previsto dalla legge ma, facendone due non eletti come consiglieri, si viola palesemente lo statuto comunale di Altopascio che, legittimamente, afferma il principio secondo il quale la giunta comunale deve rappresentare la volontà degli elettori, espressa con le preferenze ai candidati che ci hanno messo la faccia, e non logiche di opportunità o di parentela. Quanto, invece, alle ormai immancabili accuse della D’Ambrosio di presunti disastri compiuti dalle precedenti amministrazioni e dall’assenza di dialogo con l’attuale minoranza, ripetiamo che, da tempo ed anche in Consiglio comunale, abbiamo chiesto di poter avere un confronto sereno per capire di cosa si parla. Vogliamo per primi chiarire il passato e tracciare una linea da cui ripartire per guardare finalmente al presente ed al futuro con spirito costruttivo. Finora, alla faccia del dialogo, questo confronto ci è stato negato pur rendendoci sempre disponibili. Registriamo invece che in un anno e mezzo di questa amministrazione, al netto delle tante attività impostate dalle precedenti amministrazioni e portate avanti più o meno bene dall’attuale, si sono compiute delle scelte, e praticati dei metodi, sicuramente inaccettabili. A partire dalla recente e scellerata variante urbanistica ad personam con cui si sono trasformati oltre 4 ettari di terreno agricolo in industriale, in una zona di Badia Pozzeveri di particolare pregio paesaggistico, permettendo una enorme speculazione nell’andare a collocare un’azienda al di fuori delle pur cospicue ed idonee aree industriali esistenti. Così come è stata gestita, con superficialità e senza un reale confronto con la cittadinanza, la vicenda progettuale del sottopasso ferroviario. Ad oggi, come si evince da ciò che pubblicano i giornali e che rappresenta l’unica fonte di notizie, si continua a lavorare su cartografie che, come segnalato dai cittadini residenti, non sono aggiornate rispetto al reale stato dei luoghi. Non sappiamo, ad esempio, se sia stato mai fatto un attento sopralluogo per verificare la reale situazione di via Torino dove, al civico numero 13, esiste da oltre 15 anni un blocco di svariati alloggi non riportato sull’elaborato progettuale. E, purtroppo, questi sono solo due episodi di un’altra storia, tanto cara alla sindaca D’Ambrosio”.