Capannori, fischia il vento a Tofori per la Liberazione






“Un popolo che ignora il proprio passato non saprà mai nulla del proprio presente”. Fischia il vento sulle colline di Tofori che questa mattina (25 aprile) si sono vestite di sole per celebrare la giornata della Liberazione promossa dall’amministrazione comunale di Capannori. In tantissimi coloro che fin dalle 10,30 si sono radunati sul piazzale della chiesa non solo per festeggiare questa importante giornata ma anche per rendere omaggio a grandi nomi del luogo che resteranno senza dubbio nella storia e nel cuore di tutti.
L’evento si è tenuto alla presenza del sindaco Luca Menesini, degli assessori Francesco Cecchetti e Silvia Amadei, dello storico Emmanuel Pesi, dei consiglieri comunali Guido Angelini, Mauro Rocchi ed Elio Cesari, dei componenti della Filarmonica Puccini, delle autoritá militari e di alcuni ospiti davvero speciali: presenti Elgi Cadonici, figlio del partigiano Agostino Cadonici, Silvano Sorani, bambino ebreo sopravvissuto al rastrellamento nazifascista e Francesca Nardini, nipote di Clotilde che nella lontana primavera degli anni Quaranta nascose Silvano e la sorellina.
Ma chi sono veramente tutte queste persone? Perché si è festeggiato proprio a Tofori? Nel Comune di Capannori sono davvero tanti coloro che, con gesti semplici e apparentemente di poco valore, riuscirono non solo a salvare vite umane ma anche a mettere alcuni mattoncini per costruire quella che poi sarebbe diventata la nostra Repubblica e la nostra Costituzione. Oltre alle donne e alle famiglie del Compitese che durante il secondo conflitto mondiale nascosero e diedero da mangiare ai soldati inglesi prigionieri del campo di concentramento di Colle di Compito, infatti, anche le famiglie delle colline del nord non sono state da meno: è il caso di Clotilde Nardini, a cui oggi è stata dedicata una targa sulla facciata della chiesa di Tofori perché dichiarata dallo stato di Israele ‘Giusta tra le nazioni’. Un riconoscimento molto facoltoso e anche difficile da ottenere che le è stato conferito per avere salvato, proprio tra quelle colline, due bambini ebrei che senza la sua protezione molto probabilmente sarebbero finiti in un campo di sterminio nazista. Una donna speciale, Clotilde, che ancora oggi tutto il paese ricorda con affetto e commozione. Ma lei e molte altre donne non furono le sole a combattere la Resistenza: tra i piccoli borghi di Sant’Andrea in Caprile, Tofori e San Gennaro nel novembre del ’43 si formò anche un copioso gruppo di giovani partigiani, il famoso gruppo Sts, che oggi, per la prima volta, ha potuto essere rappresentato con il suo abaro incorniciato da cinque stelle, come cinque furono i giovani caduti per salvare la vita di altre persone. Tra loro ricordiamo Aldo Giannoni, Bruno Bindi, ma anche Duilio Mancini, Luigi Perna che perse la vita sulle mine tedesche per salvare altri due giovani ragazzi.
“Questa è una giornata bellissima e non solo per questo bel sole – ha detto il sindaco Menesini – è sempre bello e importante festeggiare la nostra liberazione e questa mattina abbiamo voluto farlo con piccoli gesti che però hanno davvero un grande valore. La Resistenza a Tofori non è stata combattuta solo dai partigiani, con le armi, la Resistenza qui è stata resa possibile grazie a tutto il paese in modo più civile e anche silenzioso. Il lavoro sulla memoria è un lavoro importante che stiamo facendo ormai da diversi anni, abbiamo coinvolto scuole e siamo riusciti anche a trovare nuovi luoghi di cui parlare, nuove storie da scoprire. La targa per Clotilde abbiamo deciso di metterla qui davanti la chiesa perché la chiesa è sempre stata un luogo in cui tutta la comunità si riconosce, metterla sulla strada non avrebbe avuto lo stesso valore simbolico. La targa- conclude il sindaco – sarà messa di fronte alla chiesa anche perché molti parroci del nostro territorio durante la guerra e la resistenza hanno perso la vita e hanno dato un contributo forte per arrivare alla liberazione. Sono passati tanti anni da allora, molte ferite spesso sono state ignorate, non sono state raccontate. È bene non perdere mai la memoria, ricordando il passato e i suoi valori, magari con uno sguardo che vada oltre i nostri confini”.
“In alcuni documenti- racconta lo storico Emmanuel Pesi – con mio stupore ho potuto leggere che le persone da queste colline riuscivano a vedere i bagliori dei bombardamenti di La Spezia e Livorno. Sembra incredibile ma è proprio così, e se adesso proviamo a chiudere gli occhi sono sicuro che riusciamo a vederli anche noi. La seconda guerra mondiale ci ha lasciato grandi responsabilità tra cui quella di costruire pezzi di pace. La pace che volevano anche tutte quelle donne di Tofori che solo stendendo le lenzuola bianche alla finestra avvertivano il paese che stavano arrivando i soldati tedeschi. La nostra Costituzione è nata da gesti semplici come questo”.
Emozionato Elgi Cadonici che nonostante sia figlio di un partigiano ha anche lui voluto dare il merito alle donne del paese: “Non c’era solo il gruppo STS a proteggere il paese – racconta – loro si ritrovavano sempre alla fattoria Maionchi e da lì partivano in piccoli gruppi per sfuggire meglio ai tedeschi, ma un grande merito va anche alle donne che si sono occupate di nascondere e prendersi cura dei prigionieri. Mia madre è stata in carcere cinque giorni perché volevano che dicesse dove si nascondevano i partigiani. Non lo ha mai fatto. Sono le donne quelle rimaste in paese ad assistere a tutte le oscenità dei soldati – continua Elgi – come si legge da una lettera di una sorella di un partigiano, i tedeschi quando arrivavano tagliavano la lingua, strappavano gli occhi, seppellivano le persone vive o le appendevano agli alberi. Oscenità che sono rimaste un incubo per tutta la vita, scene che ancora oggi fanno urlare durante il sonno”.
“In Israele, alla base della legge dei giusti, si dice che ‘chiunque salva una vita salva l’umanità intera’ – ha commentato Francesca, la nipote di Clotilde Nardini – negli anni ’40 venivano date 5mila lire alle persone che portavano o dicevano dove si nascondevano gli ebrei, e 5mila lire al tempi erano davvero tanti, per questo il gesto di mia zia vale ancora di più. Oggi voglio che Silvano e Ugo Citti, figlio del partigiano Dionisio, si stringano la mano dopo tanti anni”.
E dopo tanti applausi e commozione Silvano, un tempo bambino ricercato dalle Ss, è riuscito a dire solo poche parole rotte dall’emozione: “Posso dire solo grazie a tutte la comunità di Tofori, non sono quella di 70 anni fa ma anche quella di oggi perché questa mattina siete davvero in tanti ed è una bellissima cosa. È grazie a persone come Clotilde e ai vostri avi che mi hanno protetto che io e mia sorella abbiamo potuto vivere una vita serena”.
La mattina si è conclusa con un momento conviviale sulle note di canti popolari della Resistenza come Fischia il vento e la celebre Bella ciao che riesce sempre a strappare un applauso. Durante l’evento è stato distribuito gratuitamente anche il libro sulla storia di Agostino Cadonici scritto da Luciano Luciani.
Giulia Prete