Rumbo (Alpipan): al Turchetto niente colata di cemento

Non ci sarà nessuna “colata di cemento” nell’area del Turchetto dove vuole espandersi la Alpipan Srl. A dirlo è l’amministratore delegato della nota azienda altopascese, Pierluigi Rumbo, che interviene dopo mesi di polemiche da parte dell’opposizione in consiglio comunale a Altopascio, facendo chiarezza anche sul progetto. Un progetto per il quale la Alpipan ha chiesto e ottenuto parere favorevole per la realizzazione di un capannone di massimo 12mila metri quadrati e non 44mila, come sostenuto da Insieme per Altopascio.
“Se alcuni di questi interventi li riteniamo legittimi – spiega Rumbo riferendosi alle critiche degli ultimi mesi -, altri ci appaiono mere strumentalizzazioni politiche, con una rappresentazione non veritiera dei fatti e lesiva dell’immagine della nostra azienda”.
Anzitutto le metrature. “Si è letto – ricorda Rumbo – di ‘una colata di 44.000 di cemento’; in realtà l’azienda ha richiesto, ed ottenuto parere favorevole dalla Conferenza di pianificazione, per un capannone di massimo 12.000 metri quadrati; il terreno in oggetto tra l’altro non ricade in aperta campagna, perché davanti ci sono Pam (3.000 metri quadrati) e Zona Market (5.500 metri quadrati), mentre di fianco vi è un grande complesso industriale del comparto cartario, con capannoni di ben 55.000 metri quadrati. Mi sento quindi di affermare che il nostro intervento non deturperà il territorio circostante”.
Smentita anche l’ipotesi di disboscamento: “Si è letto – parla ancora Rumbo – di un prezioso bosco che sarà raso al suolo. Falso. Fin dai primi progetti presentati per l’istruzione della pratica, l’azienda ha presentato una proposta senza impatto sul bosco di circa 12.000 metri quadrati, il quale rimarrà intatto come oggi. Si è letto della vicinanza della via Francigena. In quella zona, come del resto in quasi tutto il paese, passa un tratto della via Francigena. Anche questo è stato preso attentamente in esame, ma tra il percorso della via Francigena che entra verso Badia Pozzeveri e l’area su cui sorgerà lo stabilimento produttivo c’e circa 1 ettaro di terreno agricolo, non nostro, che separa nettamente le due cose. Forse a molti questo aspetto è sfuggito e si pensava invece che le finestre dello stabilimento si sarebbero affacciate direttamente sulla via Francigena”.
“Si è letto – prosegue ancora l’amministratore delegato di AlpiPan – del recupero di aree abbandonate e di capannoni fatiscenti da ripristinare. In linea teorica concordo con questa visione, ma quando dalla filosofia ci si cala nella realtà, bisogna essere in grado di fornire risposte concrete a bisogni specifici. Non mi risulta che vi siano sul nostro territorio aree da recuperare, compatibili con un intervento industriale come il nostro. Ricordo che noi produciamo alimenti specifici per intolleranti, allergici e per pazienti con problematiche renali; questo ci impone quindi di pensare a stabilimenti produttivi di nuova concezione, con standard costruttivi idonei alle nostre lavorazioni, che devono rispettare standard farmaceutici e di far sì che tali stabilimenti sorgano su terreni sani, poiché credo che nessuno di noi sarebbe tranquillo a dare ai propri figli una fetta di pane che potrebbe essere stata prodotta utilizzando acqua di falda contaminata”.
Una stoccata, infine, alla precedente amministrazione. “Facendo queste considerazioni, abbiamo sempre scartato l’area nei pressi del casello autostradale di Altopascio, poiché tutti conosciamo i trascorsi burrascosi di quei terreni. Mi ha lasciato basito – osserva Rumbo – sentire gli esponenti dell’attuale opposizione contestare questo intervento, dal momento che fin dal 2016 quando era in carica la precedente amministrazione, l’allora sindaco Marchetti ed il vice sindaco Fagni erano informati sulle necessità di ampliamento della nostra azienda e che fu lo stesso Fagni, durante la campagna elettorale del 2016 a dichiarare in una intervista che in caso di sua elezione, la zona del Turchetto sarebbe stata ampliata come zona industriale altopascese. La nostra azienda, inoltre, non solo metterà in sicurezza l’accesso sulla viabilità esistente, come richiesto dalle autorità competenti, ma si è anche resa disponibile a contribuire economicamente alla rotatoria che dovesse essere realizzata in futuro su quel tratto di via Romana. Era doveroso precisare i fatti, poiché non solo ritengo legittima la nostra richiesta, ma sono certo di aver operato con l’intento di coniugare le nostre esigenze aziendali, con il rispetto del nostro territorio e dei nostri concittadini. La nostra azienda vuole fortemente che la propria espansione continui su questo territorio, data la forte tradizione di panificazione che lega da quasi settanta anni la nostra famiglia ad Altopascio, ma i ritmi vorticosi del mercato mondiale sul quale operiamo, non sono compatibili con i ritmi della burocrazia e della politica italiana. Quindi il rischio reale è perdere delle occasioni di mercato che non ripasseranno in futuro e per evitare tutto questo, non escludo di dover fare come altre aziende altopascesi e valutare la migrazione verso altri comuni della zona”.