Raddoppio ferrovia, no alla Via: comitato scende in piazza

La Regione Toscana ha deciso di non sottoporre alla procedura di valutazione di impatto ambientale il progetto di raddoppio della linea ferroviaria Pescia-Lucca e i comitati decidono di scendere in piazza.
“Il decreto regionale – dice il Comitato viabilità e salvaguardia – è molto corposo: si tratta di 50 pagine fitte fitte con oltre 130 prescrizioni per ferrovie, ad indicare che gli effetti sull’ambiente ci sono eccome. Ma le soluzioni non sono ancora state individuate. I cittadini si troveranno a relazionarsi direttamente con Rfi nell’affrontare le numerose problematiche legate alla realizzazione del raddoppio ferroviario, dei sottopassi e delle viabilità accessorie, senza la tutela della Regione”.
“L’intento di promuovere il trasporto su rotaia – prosegue il comitato – è nobile e ampiamente condiviso. È comprensibile anche la volontà di mandare avanti rapidamente il progetto, ma se le valutazioni non vengono effettuate preventivamente alla realizzazione delle opere, spesso progetti e cantieri si bloccano per problematiche impreviste e contenziosi che fanno lievitare enormemente i costi. Non servono cattedrali nel deserto (vedi tronchetto ferroviario di Tassignano, costruito ed inutilizzato da anni)”.
Per protestate il comitato per una viabilità sostenibile e la salvaguardia del territorio di Capannori ha organizzato una manifestazione per la mattina di sabato (23 giugno): ritrovo alle 10 alla stazione ferroviaria di Tassignano per recarsi poi in piazza Aldo Moro davanti agli uffici comunali a piedi o in bicicletta.
“L’invito – dicono dal comitato – è esteso a tutti i cittadini, comitati e associazioni che hanno a cuore la piana lucchese. Scopo della manifestazione è sensibilizzare Rfi e Comune di Capannori sulle questioni irrisolte e sui temi che non sono nemmeno stati affrontati poiché le cartografie utilizzate nella progettazione preliminare sono obsolete, ad esempio: demolizioni totali e parziali degli edifici interferenti; stabilità strutturale e svalutazione degli edifici non interferenti; vivibilità degli edifici a ridosso della ferrovia, delle nuove viabilità e delle barriere acustiche; tombamento dei pozzi artesiani e inquinamento delle acque in zona non servita da acquedotto; avvisi di espropri; incremento dell’inquinamento atmosferico a causa del traffico indotto generato da una nuova superstrada camionabile; fragilità idraulica, consumo di suolo e perdita di servizi ecosistemici; cessazione di attività gravemente danneggiate come l’azienda agricola Lizzi Cinzia, il Centro ippico Samarcanda; incremento dell’inquinamento acustico lungo la ferrovia e nelle zone di sovrapposizione raddoppio ferrovia e nuove viabilità; impatto ambientale e paesaggistico; ulteriore frammentazione del territorio con la trasformazione delle frazioni di Pieve San Paolo, Santa Margherita, Tassignano e Carraia in zone di periferia e degrado”.