A Porcari rivoluzione mensa: si mangia anche in classe

20 luglio 2018 | 14:11
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A Porcari rivoluzione mensa: si mangia anche in classe

Sicurezza sismica, ma non solo. A Porcari, durante la presentazione dei nuovi lavori alla scuola Enrico Pea che negli ultimi mesi è stata interessata da un importante intervento di messa in sicurezza, questa mattina (20 luglio) è stata svelata anche un’altra piccola ma importante novità. Anzi, più che novità è stata fatta chiarezza riguardo a una tematica che, soprattutto sui social, negli ultimi mesi ha scatenato numerose polemiche da parte dei genitori: la mensa. A far chiarezza Fabrizia Rimanti, assessore alla pubblica istruzione e alla cultura che conferma che gli spazi nelle scuole saranno adeguati anche per prevedere il pasto in classe: ”In questi anni la scuola è cresciuta notevolmente e il prossimo anno Porcari vedrà anche una nuova organizzazione del tempo scuola che prevederà non più 6 ma 5 giorni di lezione. Questo – continua l’assessore – significa che più ragazzi dovranno usufruire del servizio mensa. Per tale motivo alcune aule saranno predisposte con nuovi arredi, in particolare banchi, che permetteranno di consumare il pranzo direttamente in classe. Naturalmente questo presuppone uno standard molto elevato del prodotto, risorse messe a disposizione dalla nostra amministrazione che dovranno essere valutate anche dall’Asl. I nuovi arredi avranno anche una particolare valenza didattica pedagogica ed educativa: quest’anno partiranno le prime sperimentazioni del consumo del pasto in classe, sperimentazioni che fanno parte di un progetto che mira ad educare e rendere più responsabili i nostri ragazzi. In questo modo – ha concluso l’assessore – la comunità scolastica si trasformerà in una comunità familiare in cui gli alunni avranno una ripartizione di compiti e di responsabilità”. 

Ad intervenire sulla polemica mensa anche la dirigente scolastica della scuola Pea Emiliana Pucci: “Rimango sempre più perplessa riguardo alle polemiche dei genitori che si sono create ultimamente sui social. Personalmente mi ha scritto solo un genitore chiedendomi spiegazioni riguardo alla tematica. Il concetto di ‘refettorio’che i genitori vorrebbero per i propri figli,  viene dagli anni dopo la guerra. Pensate a una scuola come la Pea: costruire qui un refettorio vorrebbe dire ‘mangiare’ la maggior parte dello spazio. Quindi qual è la soluzione? Io come genitore preferisco che mio figlio mangi con 20-30 studenti e insegnanti piuttosto che in un refettorio con oltre 250 persone dove non riesci nemmeno a sentire quando il tuo compagno ti parla. Dove è problema? Far mangiare in classe i bambini lo vedo solo un valore aggiunto. Il nostro obiettivo è quello di creare luoghi innovativi, non solo con nuovi arredi,se poi possono diventare anche luoghi di mensa questo spetterà all’Asl decidere”