Fanucchi: “In Consiglio imboscata per denigrarmi”

Una lettera aperta dal vicesindaco Franco Fanucchi dopo le sue dimissioni da consigliere comunale avvenute nella seduta di ieri (28 settembre) con la surroga a favore di Simone Giannini. “Cari consiglieri, carissimi amici – scrive – Vi volevo ringraziare tutti per il supporto che mi avete dato in questa seduta del consiglio comunale, chi con le parole, chi con gli sguardi, con le strette di mano o semplicemente con un sorriso. Grazie a tutti voi che, anche nei prossimi giorni, vi impegnerete a spiegare alla gente comune, le ragioni del mio e del vostro operato. Grazie. Ero preparato, fin dalla decisione di dimettermi per fare spazio a Simone, a sostenere la mia versione davanti a critiche che, ero certo, ci sarebbero state; mai e poi mai mi sarei aspettato una imboscata di tale portata, una gogna mediatica di questo tipo da parte di consiglieri comunali anche se dell’opposizione, persone che vivono nel nostro paese e che incontro ogni giorno. Mai! Hanno estorto da una commissione la notizia riservata delle mie dimissioni e data in pasto ai media prima del consiglio comunale per preparare il terreno e far intervenire la platea. Tutto studiato a tavolino; un imputato senza il diritto di parola, condannato ad ascoltare davanti a tutti, le peggiori accuse senza poter nemmeno replicare. Nelle surroghe del passato “all’imputato” era stato concesso di parlare. Il diritto di parola si da anche ai condannati a morte. A me non è stato concesso. Eppure ho trascorso 11 anni con l’artefice di questa imboscata, ciascuno con le proprie idee e convinzioni ma, credevo, con rispetto reciproco. Non era così, mi sbagliavo”.
“Tutti gli altri consiglieri di minoranza, seguendo l’esempio del capopopolo – prosegue Fanucchi – hanno in diverso modo, dato il loro contributo alla mia lapidazione sotto gli sguardi silenziosi del pubblico accorso in massa allo spettacolo. E il capopopolo non ha mai avuto il coraggio di guardarmi in faccia ma, facendosi tenere in mano il microfono dalla sua fedele e degna scudiera per avere le mani libere di gesticolare, ha arringato la platea degli adepti, cercando un consenso che non sarebbe mai potuto arrivare. Uno spettacolo veramente triste di pseudo democrazia. Denigrare l’avversario politico, cercare di demolire la sua credibilità davanti alla gente e, trincerandosi dietro ai formalismi non facendomi parlare per paura della mia risposta, è la mia miglior vittoria e la peggior sconfitta del capopopolo che finalmente, si è scoperto per quello che è”.
“Porcari non ha mai assistito – conclude – in tempi recenti a una rabbia come questa. Non se la merita. Spero che la serata di oggi abbia insegnato a tutti voi che avete assistito a vario titolo qualcosa, come lo ha insegnato a me. Spero che vi abbia reso più forti e più coesi come ha reso me. La sfida è appena iniziata e la porteremo a termine tutti assieme, da stasera con un amico in più: Simone”.