Gulliver e la Sicilia anni ’50: doppio spettacolo ai Rassicurati

7 dicembre 2018 | 16:28
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Gulliver e la Sicilia anni ’50: doppio spettacolo ai Rassicurati

Domenica (9 dicembre) dalle 16 al Teatro dei Rassicurati di Montecarlo si terrà la quinta giornata della decima edizione del festival nazionale Città di Montecarlo L’ora di teatro – Un sipario aperto sul sociale organizzato dalla Fita – comitato provinciale di Lucca in collaborazione con il Comune di Montecarlo e la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca. Andrà in scena dapprima la performance socio-educativa Gulliver, paese che vai, usanze che trovi, adattamento teatrale del romanzo di Swift a cura di Tiziana Rinaldi; protagonisti saranno i bambini dell’istituto comprensivo Lucca 5, della quinta della primaria Carlo Lorenzini di San Pietro a Vico.

I viaggi di Gulliver è forse l’opera che più di ogni altra nella letteratura occidentale mostra una così amara negazione della civiltà dell’occidente. In quest’opera, divenuta un classico, la satira contro l’uomo e la civiltà raggiunse la perfezione. Essa brilla per il sapiente equilibrio tra allegoria e critica feroce di valori, istituzioni, religioni, scienze e cultura. Il romanzo è diventato un capolavoro della letteratura mondiale e, con edizioni adattate, anche di quella infantile. Suddiviso in quattro parti, il libro racconta con un linguaggio semplice e concreto, le straordinarie avventure del dottor Gulliver, chirurgo su una nave mercantile, e i suoi incontri con gli abitanti delle fantasiose nazioni di Lilliput, Brobdingnag, Laputa e Houyhnhnm. Gulliver attraverso le varie esperienze che si trova a vivere in queste terre sconosciute con i minuscoli lillipuziani, i giganti, gli scienziati folli e i cavalli intelligenti, impara ad osservare le cose del mondo sotto una luce diversa. I diversi popoli incontrati dal protagonista con i loro pregi e difetti hanno dato spunto, durante la preparazione della messa in scena dello spettacolo, ad una riflessione su alcune tematiche legate alla diversità sia culturale che sociale nella nostra società: “Paese che vai, usanze che trovi”, questo proverbio, come l’opera di Swift, evidenzia che i propri modi di vivere non sono gli unici al mondo e che bisogna capire e rispettare quelli degli altri, riuscendo anche ad adattarvisi, se necessario. 
A seguire, alle 17,30 circa, in concorso l’associazione culturale Trinaura di Siracusa proporrà Una sola storia, tratto dall’omonimo romanzo di Elita Romano, con la drammaturgia di Tatiana Alescio. Lo spettacolo narra i rapporti, gli umori di una famiglia borghese della Sicilia degli anni ’50. È una sola storia ma in fondo sono quattro, perché la stessa storia, raccontata da prospettive diverse, diventa tutta un’altra storia assumendo connotati altri. Storia di vita, o più precisamente di vita parallela, dove la singola identità si frantuma in segmenti scollati fra loro, non oggi, ma in un tempo oramai andato, in un Sud dove molto, troppo è già deciso ancor prima di essere vissuto. Un Sud che non parla apertamente, ma giudica sbirciando da dietro le persiane che riparano dal sole cocente dei pomeriggi d’estate. Rapporti veri tenuti rigorosamente celati, a fronte di rapporti di facciata, apparenze sterili da esibire come trofei. Tempi che cambiano, storie un tempo ‘giudicate male’ che tornano e si ripetono quasi inconsapevolmente. Un groviglio di passioni, frustrazioni, rimorsi e rimpianti che riesce a distruggere i sogni in cui ogni singolo personaggio ha creduto e riposto fiducia. Ossessionati dalla paura di ferire, tutti finiscono per ferire tutti, anche sé stessi. C’è chi ha la possibilità o la forza di scegliere, chi, invece può o sceglie solo di subire, in ogni caso il denominatore comune è la solitudine, la privazione di qualcosa o di qualcuno: di un padre per un figlio, di un marito per una moglie, di un compagno per un’amante. Tutti rigorosamente pressati dalla forza dell’assenza. Un puzzle che si scompone e ricompone ripetutamente, per poi trovare la sua dimensione ultima solo sul finale, quando oramai i giochi sono fatti quando è oramai troppo tardi. Con Giuliana Accolla, Ersilia Saverino, Rossana Bonafede, Francesco e la voce di Mariano Rigillo. Il biglietto d’ingresso per l’intero pomeriggio costa 7 euro (4 euro per bambini dai 7 ai 12 anni). Per informazioni e prenotazioni, si può contattare Rita al numero 320.6320032 o alla casella di posta elettronica fitalucca@gmail.com.