D’Ambrosio attacca Marchetti: “Trasparenza su associazione Città del Pane”

Monta la polemica sull’associazione Città del Pane dopo le critiche dell’opposizione sulla mancata partecipazione di Altopascio per la mancata partecipazione al bando sui centri commerciali naturali. A sollevarla il sindaco di Altopascio, Sara D’Ambrosio: “Che fine ha fatto – dice – il sindaco – l’associazione Città del pane di cui Maurizio Marchetti continua a ricoprire la carica di presidente nonostante abbia concluso da due anni e mezzo il mandato di sindaco? Dove finiscono i soldi che annualmente alcuni comuni italiani, tra cui il comune di Altopascio, versano all’associazione Città del pane, senza che questa organizzi iniziative sul territorio o in giro per l’Italia, promuova Altopascio o il pane altopascese? E ancora: lo sa il consigliere Marchetti che il bando regionale dedicato ai centri commerciali naturali era rivolto ai comuni con meno di 15mila abitanti e che Altopascio ne ha di più?”.
L’amministrazione D’Ambrosio “in due anni e mezzo – si legge in una nota – ha più volte scritto al consigliere di minoranza invitandolo a convocare l’assemblea per visionare e approvare i bilanci dell’associazione Città del pane, informare le città associate sull’andamento e sulle attività svolte dall’associazione e per provvedere al rinnovo degli organi sociali visto l’avvicendarsi di diverse amministrazioni alla guida dei Comuni soci”.
“Ci troviamo nell’assurda situazione in cui il consigliere di minoranza Maurizio Marchetti grida allo scandalo perché l’amministrazione comunale ha legittamente versato dei fondi al Centro commerciale naturale per organizzare eventi a sostegno della vitalità e della valorizzazione del paese, come la Festa del pane, il Luglio altopascese, Altopascio è Natale, ma non prova imbarazzo nel ricevere annualmente dei soldi da parte di molti comuni italiani per l’associazione Città del pane, di cui continua a essere presidente nonostante che non sia più sindaco da due anni e mezzo, senza che questi sappiano dove vanno a finire e dove vengono spesi. Non solo: critica il Comune per non aver partecipato al bando regionale sui Centri commerciali naturali rivolto ai territori con meno di 15mila abitanti… forse non sa che Altopascio ha una popolazione di oltre 15500 persone”.
Tornando poi sull’associazione Città del pane, l’amministrazione D’Ambrosio insiste: “Non esiste traccia di un evento, di un convegno, di un’iniziativa pubblica organizzata dall’associazione Città del pane negli ultimi anni, così come invece prevede lo statuto. Il presidente ed ex sindaco Marchetti continua a non rispondere, eppure le richieste sono semplici e molto chiare: convocazione dell’assemblea dei soci per rinnovare gli organi sociali dell’associazione; visionare il verbale dell’assemblea di nomina del consiglio direttivo, del presidente e del vicepresidente; visionare i bilanci dell’associazione dal 2012 al 2018. Marchetti sta facendo morire l’associazione Città del pane: rispetto all’inizio, il numero dei comuni associati è progressivamente diminuito e l’associazione non promuove più iniziative, non si interfaccia con i suoi soci, non organizza manifestazioni o momenti d’incontro con i Comuni che ne fanno parte. Nonostante il prolungato silenzio del presidente Marchetti e la sua totale indifferenza e noncuranza rispetto al futuro dell’associazione che presiede, noi come amministrazione comunale ci stiamo comunque facendo carico di tenere i rapporti con i Comuni soci, al fine di non disperdere un patrimonio che nella nostra visione va salvaguardato, valorizzato e rilanciato. Abbiamo fatto rinascere la festa del pane con soldi propri dell’ente e grazie alle risorse messe a disposizione da qualche azienda del territorio, senza che l’associazione Città del pane abbia versato un euro per la buona riuscita della manifestazione: eppure era nata anche per questo motivo”.
“Vogliamo restituire nuova vita all’associazione – conclude il sindao – e alla tradizione del pane e della panificazione del nostro paese, per questo motivo chiediamo al presidente Marchetti di dimettersi e di essere trasparente, almeno per una volta”.