Cultura, proposte e idee nel confronto fra operatori e Sinistra con Capannori

Cultura e sfide del futuro protagoniste grazie ad un incontro organizzato alla sede di Sinistra con Capannori, promotrice dell’evento.
Debora Pioli, in veste di moderatrice, ha interloquito con gli operatori culturali che con Capannori hanno legami di vita o di lavoro. “Ne è emerso un quadro stimolante, ricco di idee dalle quali – ha affermato Francesco Cecchetti -, si potranno ricavare anche spunti programmatici per la futura stagione amministrativa del nostro Comune. Al valore sociale delle attività culturali scarsamente riconosciuto da istituzioni assillate da incombenze finanziarie e, spesso, ignorato dagli stessi potenziali fruitori – si oppongono le difficoltà quotidiane e concrete degli operatori nei diversi ambiti (editoriale, musicale, teatrale ecc.)”. In questo perimetro si situa dunque la “possibile iniziativa del Comune di Capannori per aumentare qualitativamente e quantitativamente – è stato spiegato – l’offerta culturale sul proprio territorio”.
La presenza diffusa di biblioteche, con poli culturali d’eccellenza come Artèmisia è certo un gran merito dell’amministrazione ma, fatta eccezione per alcuni spazi artistico-ricreativi, resta tuttavia aperto – ha rilevato Francesca Fazzi, editrice – il problema di altri luoghi di ritrovo, come le librerie. “Tra chi scrive e chi legge c’è un’intera società da raggiungere. Ed è la partecipazione il primo passo per una cultura che ambisca a favorire la maturazione del senso critico”.
Marco Bachi – musicista da più di trent’anni – vede la musica, e, soprattutto, il poter “fare” musica, come leva di una socialità non passiva (“sui social i giovani parlano soprattutto del proprio parlare”): più che nuove “scuole di musica” sono necessari allora nuovi spazi – negli anni ’80 ne esistevano ancora molti – in cui i giovani possano esperire la loro creatività, favorendo anche con incentivi l’originalità dei loro progetti artistici.
Cecilia Bertoni, direttrice artistica e Michela Giovannelli, operatrice culturale, si sono soffermate sulla qualità dell’offerta culturale e sulla possibilità di allargarne la fruizione. Senza però perdere di vista l’importanza di non riproporre, inseguendo la mera quantità, ciò che è scontato. Di non assecondare le tendenze omologanti, accattivanti forse, ma incapaci di rapportarsi alla “diversità” (anche culturale).
L’intervento di Roberto Castello, coreografo e regista, infine, si è concentrato anch’esso sulla qualità della proposta culturale (non fermarsi all’offerta commerciale): sul versante della produzione come su quello della fruizione, questa forma di cultura rappresenta un concreto fattore di crescita del territorio e uno strumento indispensabile affinché i cittadini possano decidere consapevolmente del proprio futuro.
Dopo gli interventi del pubblico, in gran parte volti a sottolineare l’esigenza di una accessibilità permanente di tali luoghi e spazi (per la socialità, per l’attività fisica delle fasce d’età più giovani, per programmazioni di qualità, per la formazione artistica – dal teatro alle arti visive) Francesco Cecchetti ha concluso la serata con l’auspicio che “incontri come questo possano svolgersi con maggior frequenza, poiché è dal dialogo forte e costruttivo tra le istituzioni locali e le esperienze, le idee, le aspirazioni di singoli operatori e associazioni che si possono trarre i frutti migliori per il nostro comune futuro”.