Altopascio, 25 aprile con i ragazzi delle scuole – Ft






Una mattinata toccante, con un passaggio di testimone tra passato, presente e futuro. Questa mattina (25 aprile) Altopascio si è riunita per celebrare il 74esimo anno della Liberazione dal nazifascismo: un 25 aprile tra memoria e commozione, dove i protagonisti sono stati i giovani ragazzi delle scuole. La festa della Liberazione – organizzata da Comune, Anpi e istituto comprensivo di Altopascio – è cominciata alle 9,30 alla chiesina di San Rocco, in piazza Umberto I, con il saluto istituzionale, la deposizione della corona e la benedizione di Don Enrico. In seguito, i ragazzi della scuola elementare di Altopascio hanno letto la loro lettera al partigiano, scritta dagli stessi studenti, intonando le note di Bella Ciao. Un momento toccante, concluso con la consegna della lettera ad un emozionato Mario Sarti, presidente dell’Anpi-sezione di Altopascio. Alle 10 il corteo si è spostato in piazza Ospitalieri, passando da Porta dei Vettori: qui i ragazzi della scuola elementare di Badia Pozzeveri si sono esibiti in una rappresentazione per rendere omaggio ad Andrea Bianchi, il partigiano Ras, ucciso nell’eccidio di Vizzola.
“Oggi è un giorno importante e la vostra numerosa presenza qua lo testimonia – le parole del vicesindaco Daniel Toci -. Ringrazio fin da subito il comandante Pascolini della stazione dei Carabinieri, tutte le associazioni combattentistiche, le associazioni del volontariato. Un ringraziamento particolarmente sentito e carico di felicità lo voglio fare all’istituto comprensivo, alla dirigente scolastica Teresa Monacci e alle insegnanti che hanno accompagnato qua la quinta della scuola primaria Giovanni Pascoli di Altopascio e la quinta della scuola primaria Collodi di Badia”.
Una giornata che non va dimenticata: “Oggi è una festa nazionale che ci unisce tutti – prosegue Daniel Toci -: noi abbiamo voluto pensare di unirci in una staffetta tra generazioni, per questo siamo felici di avere qua presenti i ragazzi delle scuole. Siamo al 74esimo anniversario della Liberazione, cominciamo ad essere lontani da quel 25 aprile del 1945. La lontananza rischia di far perdere la memoria, è necessario passare questo testimone a questi ragazzi. Un passaggio che si basa sulla conoscenza, la conoscenza della storia e di quello che è accaduto. ‘Quello che è stato è stato, non può essere riscritto oggi’, così come ha detto il nostro presidente della Repubblica. Questo è il compito della scuola e di tutti gli enti del nostro paese: la conoscenza. Dobbiamo inoltre lasciare alle future generazioni un sentimento di partecipazione ad un giorno come questo, un giorno che ci consente oggi di vivere in un paese libero con dei diritti e dei doveri. Non è sempre stato così e non è detto che lo sarà per sempre: per questo dobbiamo essere qui oggi e dare un’importanza che si deve a questa giornata”.
Una festa che dovrebbe unire tutti: “Io mi dispiaccio tutte le volte che vedo che su questa giornata si creano delle divisioni, degli scontri di tipo politico, personale, partitico – conclude il vicesindaco -. È veramente un peccato: questo è il momento in cui tutte le persone che credono nei valori della libertà non possono non essere a festeggiare questa giornata. Questo territorio è stato fortemente segnato da quegli anni di occupazione: ricorderò per sempre la gita svolta in quinta elementare a Sant’Anna di Stazzema, luogo di una strage crudele di donne e bambini. Invito tutti voi ad andare a scoprire quel posto, lì si capisce veramente il perché siamo qui oggi. Chi va a Sant’Anna di Stazzema torna con un messaggio forte, un luogo che tramette emozioni indelebili. Queste sono le cose che non vanno dimenticate e per cui è importante essere qua oggi”.
“Oggi è una giornata particolarissima – le parole di un emozionato Mario Sarti -, perché vediamo le nuove generazioni partecipare al ricordo del 25 aprile. Giovani del passato hanno dato la vita per la libertà. Ricordatevi ragazzi che la guerra è una brutta cosa, Calamandrei diceva che ‘La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare’. Ricordando questo giorno vogliamo che questa libertà non venga mai più a mancare. In una giornata del genere, chi è assente ha sempre torto: non siamo quelli che non vogliamo gli altri, sono gli altri che non vogliono noi. In passato molti giovani sono morti per darci la libertà, hanno abbattuto una dittatura, ed oggi non permetteremo che ritorni. Hanno vinto questi giovani, dando la possibilità a tutti di diventare ministri di questa Repubblica: se avessero vinto loro, chi la pensava in maniera diversa sarebbe in galera. Ringrazio in particolar modo i ragazzi e le insegnanti per questa bellissima giornata”.
Dopo il canto dell’inno di Mameli da parte degli studenti, la mattinata si è conclusa con la consegna di una targa di ringraziamento del Comune all’istituto comprensivo di Altopascio.
La lettera al partigiano delle scuole di Altopascio
Ciao partigiano, ciao partigiana,
siamo tra quelle persone che comprendono quello che avete fatto: avete sacrificato la vostra vita per noi, per un futuro che forse non avete nemmeno visto, ma di cui noi ne godiamo i vantaggi. Grazie al vostro sacrificio possiamo vivere in un’Italia libera e democratica. E’ giusto che festeggiamo il 25 aprile. Siete vissuti in un periodo dominato dall’oppressione, dalle diseguaglianze sociali e dalle costrizioni, ma avete avuto il coraggio di ribellarvi, di far valere le vostre idee a favore della libertà.
Grazie per l’impegno, la fatica ed i sacrifici fatti affinché le persone fossero libere di esprimersi, di muoversi sul territorio, liberi dalla dittatura, liberi di professare ognuno la propria religione, di non fare differenze di razza perché nessuno e perfetto, tutti abbiamo dei difetti. Noi siamo un’unica “razza”: Siamo umani.
In questi giorni abbiamo guardato foto, letto lettere di diari, articoli di giornali e ci siamo sentiti partigiani insieme a voi; ci sentiamo solidali perché avete aiutato persone innocenti e siamo felici che nei nostri paesi non ci sia la guerra. Pensiamo alla vostra vita difficile quando vi nascondevate nelle buche scavate in terra e ricoperte di letame per non farvi trovare dai cani lupo dei nazifascisti. Buche dove al massimo potevano starci tre persone; oppure quando vi nascondevate nei boschi, sulle travi delle malghe con le pecore che belavano tutta la notte, al freddo e senza cibo. Pensiamo a quei bambini della stessa nostra età che facevano le staffette partigiane..
A differenza di noi che invece giochiamo con il telefonino e giriamo liberi e spensierati nei posti pubblici. Come è difficile capire ed immaginar la vostra vita! Se potessi incontrarti ti chiederei: a quanti anni sei diventato partigiano? Lo hai fatto da solo e con la tua famiglia? Quanto è stato difficile il tuo impegno? Come sei riuscito a farcela? Ti è capitato che un tuo grande amico fosse un nazifascista? Pur essendo consapevoli che se vi avessero scoperti sareste morti, avete continuato a combattere: Siete degli eroi!
Vi ammiriamo! Se noi abbiamo un futuro ricco di speranze e sogni lo dobbiamo anche a voi: grazie tantissimo, di cuore. Grazie anche per aver lottato e combattuto per la Repubblica.
Molti di noi pensano che se ci fossero stati anche loro, sarebbero diventati dei partigiani, se pur con tanta paura. Scoprire che la nostra nazione durante la 2^ guerra mondiale fu alleata con i nazisti è stato un colpo duro, ma va superato! Speriamo che in questo mondo non manchi mai la libertà per cui avete tanto lottato: siamo sicuri che il vostro impegno, la vostra resistenza ed i vostri sacrifici saranno di lezione per tutti. Per noi lo sono stati.