Innovazione digitale, premiato studio Bernardini di Altopascio

Tra i vincitori del premio Professionista digitale 2018 rivolto agli studi che si sono distinti per capacità innovativa con l’utilizzo delle tecnologie digitali anche lo studio Bernardini di Altopascio. A dirlo l’Osservatorio professionisti e innovazione digitale della School of management del Politecnico di Milano, presentata oggi (8 maggio) al convegno Dati, dati, dati: l’Umanesimo digitale per i professionisti.
“Le professioni economico-giuridiche mostrano una crescente consapevolezza sulle tematiche digitali, sulle nuove dinamiche di mercato e sull’impiego delle soluzioni informatiche in grado di migliorare con una certa ambizione i modelli organizzativi e di business – commenta Claudio Rorato, responsabile scientifico dell’Osservatorio professionisti e innovazione digitale – e l’impatto delle nuove tecnologie sulla redditività degli studi gli dà ragione: oltre la metà degli studi in cui sono più presenti strumenti digitali ad alto tasso di innovatività ha registrato un aumento superiore al 10 per cento. Le sfida per il futuro sarà aumentare la diffusione di cultura innovativa e approccio collaborativo, che adesso, pur in crescita, interessa circa un terzo degli studi professionali”.
“Le tecnologie più diffuse sono ancora quelle imposte dagli obblighi normativi, come la fatturazione elettronica e la conservazione digitale a norma, ma dalla ricerca emerge anche un crescente interesse per altre tecnologie, come i portali per la condivisione di documenti con la clientela (+10 per cento), i software per il controllo di gestione (+9 per cento), per le videochiamate (+8 per cento) e per la gestione documentale (+7 per cento) – afferma Elisa Santorsola, direttore dell’Osservatorio professionisti e innovazione digitale – mentre stenta ancora a decollare il sito internet, stabile sia nell’utilizzo (38 per cento) sia nell’interesse (27 per cento). È il sintomo di una cultura ancora in formazione per quanto riguarda l’orientamento al mercato, soprattutto quello potenziale, ancora difficile da percepire nelle categorie professionali, soprattutto in termini di nuove azioni da attivare”. Secondo gli studi, la spesa in tecnologie Ict di avvocati, commercialisti, consulenti del lavoro e studi multidisciplinari avrebbe raggiunto nel 2018 il valore di 1.265 milioni di euro, con una crescita del 7,9 per cento rispetto all’anno precedente, molto superiore all’aumento registrato dalle imprese nello stesso periodo (+0,7 per cento) e trainata dall’adempimento a obblighi normativi e da una crescente consapevolezza dell’utilità degli strumenti digitali per le attività delle professioni economico-giuridiche. Le tecnologie più utilizzate sono la firma elettronica (già adottata dal 97 per cento degli studi), la fatturazione elettronica (lo strumento che cresce maggiormente, dal 42 per cento all’82 per cento, spinto dall’obbligo normativo), seguite a distanza da archivio digitale dei documenti (47 per cento), conservazione digitale (45 per cento), Vpn – reti virtuali private (44 per cento) e videochiamate (42 per cento). Meno di quattro professionisti su dieci (38 per cento) hanno un sito Internet, solo il 29 per cento è presente sui social media e appena il 23 per cento utilizza strumenti di e-learning. Ancora marginale l’adozione di tecnologie di frontiera, come la business intelligence (3 per cento), la blockchain (2 per cento) e l’artificial intelligence (1 per cento).