
Una manifestazione pubblica per protestare contro il progetto degli assi viari ma anche quello del raddoppio ferroviario. La indice per sabato prossimo (18 maggio) il comitato viabilità sostenibile e salvaguardia del territorio della Piana di Lucca. Al centro della mobilitazione che si tradurrà in un corteo che partirà dalle 10 dalla chiesa di Tassignano e attraversando Capannori si concluderà in piazza Aldo Moro, resta il progetto assi viari, “un’opera vecchia degli anni 80 – chiosano dal comitato – che proprio alla luce dei dati oggettivi non risolve i problemi di viabilità e della qualità dell’aria nella piana, con un consumo di suolo devastante”.
Nel mirino anche “un raddoppio ferroviario Pistoia-Lucca che nel tratto da Tassignano a Pieve S. Paolo vedrà l’abbattimento di 19 abitazioni e annessi – si legge nella nota -, che avrà viabilità accessorie che diventeranno di fatto il prolungamento degli Assi viari, barriere antirumore alte 6/9 metri a ridosso della ferrovia che stravolgeranno con un notevole impatto visivo intere frazioni nonché l’abitabilità e la vivibilità delle case a ridosso della ferrovia stessa. Temiamo che gli sforzi economici per la bretellina possano sottrarre risorse economiche importanti a Rfi che dovrebbero essere destinate a compensare adeguatamente le famiglie interessate dagli espropri totali e parziali derivanti dall’opera di raddoppio”.
Una situazione che ha degli effetti negativi, sottolinea il comitato, con “aziende agricole costrette alla chiusura o nella migliore delle ipotesi messe in ginocchio e l’inserimento in ambito urbano di una fabbrica per la lavorazione di materie plastiche di cui ancora non conosciamo gli aspetti, inserita nel più completo silenzio e fatta passare anche questa come sviluppo economico e posti di lavoro e a fronte di tronchesi ferroviari costruiti e lasciati al completo abbandono da 8 anni”.
“Siamo amareggiati – prosegue la nota – nel constatare l’ostinazione con cui si vogliono portare avanti progetti così impattanti che lasceranno il segno per decenni. Sembra ormai che le considerazioni dei cittadini che vivono quotidianamente la realtà delle nostre frazioni abbiano valenza zero e vi si passi sopra con la solita e vecchia affermazione che queste opere sono necessarie per lo sviluppo economico e industriale, salvo poi verificare che le industrie non ne ricaveranno i benefici annunciati , che il traffico non si alleggerirà, eccetera. Non vogliamo essere ritenuti cittadini scomodi, ma persone che possono dare il proprio contributo per realizzare progetti sostenibili e soprattutto utili. Siamo fermamente convinti che il futuro sia un trasporto pubblico efficace e capillare, sia la rivalutazione e la messa in sicurezza dell’esistente, e che non siano certo i progetti ormai da museo. Riprendendo e condividendo in pieno le dichiarazioni degli imprenditori agricoli, le grandi opere devono essere al servizio del territorio, delle persone e dell’ambiente in cui vanno a inserirsi, non ci sembra purtroppo questo il caso”.