Una ‘pastasciutta antifascista’ alla Casa del popolo di Verciano

22 luglio 2019 | 12:59
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Una ‘pastasciutta antifascista’ alla Casa del popolo di Verciano

Una… pastasciutta antifascista. Avrà luogo alla Casa del Popolo di Verciano, in via dei Paoli, giovedì (25 luglio) alle 19,30 la prima iniziativa del genere in lucchesia, in ricordo di quella organizzata il 25 luglio 1944 dalla famiglia Cervi alla notizia della caduta del fascismo e dell’arresto di Mussolini.

“Un appuntamento – spiegano dalla Casa del Popolo – dal profondo significato simbolico che negli ultimi 70 anni ha avuto in tutta Italia centinaia di rievocazioni ad ogni ricorrenza, a ricordo della genuina e spontanea reazione di gioia popolare di fronte ad uno dei capitoli finali della sanguinosa parentesi fascista della nostra storia. Tristemente nota è infatti la vicenda dei sette fratelli Cervi, contadini antifascisti e cattolici che a causa della loro attività partigiana furono catturati e fucilati per rappresaglia dai carnefici della Repubblica sociale italiana. Un colpo di coda infame da parte del morente fascismo che spicca tra i migliaia di episodi simili per il fatto di aver spazzato via una intera famiglia, assumendo immediatamente un fortissimo significato simbolico nel campo antifascista e nella nascente Repubblica Italiana. Ben comprensibile quindi la gioia provata da Alcide Cervi, padre dei sette fratelli, alla notizia dell’arresto di Benito Mussolini: assieme alle altre famiglie contadine – raccontano in una nota dalla Casa del Popolo – Alcide abbandonò i lavori dei campi e, tra canti e balli, si recò a Reggio formando un corteo che, passando di casa in casa, diventò sempre più folto. Qui il popolo in festa si preparò con quel poco che aveva: farina e acqua per preparare la pasta, legna per accendere i focolai, e in alcune ore centinaia di persone erano in piazza a Campegine, il paese della famiglia Cervi, per mangiare e festeggiare la caduta del fascismo. Alla pastasciuttata si unirono anche alcuni carabinieri, inviati per disperdere la folla, e alcune camicie nere, spinte dalla fame e dalla miseria in cui li aveva ridotti il regime fascista. Una festa semplice, spontanea e popolare, che anche a Lucca da quest’anno vogliamo ricordare con il medesimo spirito di condivisione e gioia”.