Smaltimento pulper, Zero Waste si rivolge a Bruxelles

Replica al vetriolo al presidente dei cartari di Confindustria
L’incenerimento del pulper? Il centro Rifiuti zero di Capannori continua a dire no. Lo fa annunciando l’intenzione di rivolgersi a Bruxelles e rispondendo a Tiziano Pieretti presidente dei cartari di Assindustria che nei giorni scorsi ha rilanciato sul problema dello smaltimento degli scarti dell’industria cartaria.
“Pieretti continua a non dirci i numeri sui flussi di questo scarto – attaccano dal Centro Rifiuti Zero – che secondo i nostri calcoli (non ne esistono da un decennio di ufficiali nonostante si continui a gridare al lupo) non superano ormai le 70.000 tonnellate anno (includendo il 45% di contenuto di acqua)”.
“Infatti, non solo i maceri che arrivano in cartiera non possono contenere più di un 1 per cento di impurità ma anche considerando scarti/(impurità) fino al 5 per cento, poichè i maceri accolti dal distretto cartario arrivano a non più di 1,4 milioni di tonnellate all’anno, lo scarto non supererebbe le 70mila tonnellate di cui sopra del quale il 22 per cento recuperabile come cellulosa (Ds Smith lo sta già facendo essendo l’azienda maggior responsabile della produzione di scarto di pulper visto che utilizza molto macero per produrre cartone ondulato). Oltre il 45% sarebbe acqua e quindi al netto di tutto circa 30mila tonnellate all’anno di plastiche eterogenee a prevalenza di polietilene, plastica di pregio”.
“Eppure lo start up di Selene che ha preso le mosse dal progetto Ecopulplast– prosegue Rifiuti Zero – in teoria sostenuto dai cartari che non hanno mai versato un penny ha già l’obiettivo di arrivare a recuperare in due anni 22000 tonnellate di plastica (quasi il 90% del pulper totale) . La Confindustria non ne parla bruciando dall’ansia di avere inceneritori che nella provincia di Lucca sono stati giustamente sempre avversati”.
Da qui l’attacco ai cartari: “Pieretti, non avrete l’inceneritore Kme e men che meno altri inceneritori sulla Piana – scrivono dal centro rifiuti zero di Capannori – Zero Waste europe, Zero Waste Italy ed Ambiente e Futuro si metteranno sempre di traverso visto che esistono valide e comprovate alternative in grado di produrre manufatti dalla plastica seconda vita dello scarto di pulper”.
“Selene con il suo impianto di estrusione-stampaggio – conclude la nota – sta già producendo pallet e anime per bobinementre Ecolsystem delle marche sta producendo cordoli a protezione di piste ciclabili dallo scarto delle cartiere. Come mai i cartari così estremisti sul sostenere l’incenerimento in epoca di economia circolare non hanno speso niente per favorire Ecopulplast del quale si sono però serviti per fare marketing industriale e greenwashing. Scriveremo una lettera a Bruxelles circa questo approccio strumentale alla innovazione: il resto è tutto vecchio, scaricare l’inquinamento sui territori e sulle persone che li abitano ma non passerete”.