Mascherine presto obbligatorie, Menesini: “Devono tornare disponibili nelle farmacie e a prezzi bassi”

Il sindaco di Capannori: “Se come pare dovranno essere usate nella fase 2 dovranno essere rese gratuite per i cittadini bisognosi”
Mentre la Regione Toscana si accinge a rendere obbligatorio l’uso delle mascherine nei negozi e nei luoghi pubblici a Lucca il presidente della Provincia e sindaco di Capannori, Luca Menesini, rilancia il monito, specificando meglio le richieste che già nella serata di ieri aveva avanzato: “I dispositivi devono tornare ad essere disponibili nelle farmacie e in altri negozi a prezzi accessibili e gratuite per le persone in difficoltà economica”.
“Penso – sottolinea Menesini – che i gesti simbolici siano belli, soprattutto se sono seguiti da concretezza. Apprezziamo il regalo di un paio di mascherine a cittadino che ci fa la Regione, ma bisogna che quanto prima le mascherine tornino disponibili ai prezzi pre-coronavirus”.
“Le mascherine sono infatti usa e getta, quindi hanno una durata molto breve. Anche a riutilizzarle al massimo (cosa sconsigliatissima, ma in tempi di magra le persone fanno di tutto) dopo un tot di uscite, vanno buttate. Nella fase 2, però – afferma -, le mascherine ci accompagneranno per un bel po’: sappiamo che con la riapertura delle attività ci saranno più persone in giro e quindi la distanza di almeno un metro – che rimane la protezione anti-contagio principale – sarà più difficile da tenere. Bisogna pertanto che le mascherine siano gratuite almeno per le fasce di reddito più basse, se proprio non si riesce a farle gratuite per tutti. Stiamo parlando di un dispositivo di salute pubblica che fra qualche giorno diventa obbligatorio: è un diritto delle persone poterlo trovare con facilità e non pagarlo, soprattutto le persone in difficoltà economica”.
“Mi auguro quindi – afferma – che siano proprio le Regioni che fanno ordinanze di obbligo di indossarle a essere le prime che facciano in modo che si trovino e che costino meno di un euro l’una. E che evitino che questa spesa – almeno per chi non può sostenerla – sia a carico delle famiglie. Infine, mi auguro che la cosa si estenda a tutta Italia: abbiamo un sistema sanitario che è nazionale, ed è importante che i dispositivi di salute pubblica siano gli stessi da nord a sud. Su questi temi non è accettabile che ciascuno vada per conto suo. Abbiamo fatto la fase 1 con serietà e unità, spero che siano due caratteristiche che rimangono anche nella fase 2. Per non buttare via i sacrifici fatti finora”.