Verso la fase due, Menesini: “Non dobbiamo vivere nella paura ma nella consapevolezza”

17 aprile 2020 | 12:08
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Verso la fase due, Menesini: “Non dobbiamo vivere nella paura ma nella consapevolezza”

La riflessione del sindaco di Capannori sul futuro imminente

Cosa implica l’arrivo della tanto attesa fase due? Ancora non è possibile saperlo con esattezza. Certo è che ciò che sarà dipende in gran parte dai comportamenti responsabili di ognuno. Protezione personale, solidarietà e divieto di assembramenti. La situazione è in miglioramento, come rassicura il sindaco di Capannori Luca Menesini, ma questo ancora non significa che siamo fuori pericolo ma neanche che dobbiamo vivere nella paura estrema. Ci sono i dati che parlano, come l’alleggerimento delle terapie intensive, ma c’è ancora incertezza scientifica sui comportamenti da tenere in un futuro presente per neutralizzare il virus. Dalla fase due infatti si apriranno due possibilità, progredire o retrocedere. 

“Mi rendo conto che nel nostro Paese va di moda il sensazionalismo – spiega il primo cittadino -. Anche di fronte a un’emergenza come quella che stiamo vivendo.
Bisogna quindi fare uno sforzo collettivo e, responsabilmente, lasciar perdere le tante chiacchiere. Non servono a nessuno e a nulla. Stiamo sulla realtà e la realtà ci dice che la situazione è in miglioramento; gli italiani stanno rispettando le regole e, soprattutto, stanno imparando come tutelare se stessi e gli altri anche facendo cose. Perché dico che è in miglioramento? Perché se guardo l’ospedale di Lucca, che era arrivato quasi alla saturazione della terapia intensiva, oggi per fortuna si è alleggerito. Dobbiamo fare in modo di alleggerirlo ancora (e quindi resistiamo altre 2 settimane), in modo che ci siano cure per i pazienti Covid-19 e anche per tutti gli altri, perché vi ricordo che ci sono tante malattie, non c’è solo il coronavirus e vanno garantite cure a tutti“.

“Si sta per aprire la fase 2, molto delicata e importante – va avanti Menesini -. È delicata perché sebbene il quadro migliora non ne siamo fuori. Il coronavirus c’è e non se ne va schioccando le dita. C’è ancora molta incertezza scientifica su diverse cose, ma che il contagio avviene principalmente per contatto lo sappiamo.
E allora nella fase 2 bisogna trovare i modi in cui fare le cose garantendo la distanza, mascherina e guanti quando necessari, aerare i locali quando all’interno vi stanno più persone per più tempo, utilizzare prodotti disinfettanti per pulire i locali a fine giornata, evitare di toccarsi occhi bocca e naso e lavarsi spesso le mani o usare il gel igienizzante. Acquisite le informazioni di come proteggiamo noi stessi e gli altri, possiamo tornare lentamente a fare le nostre cose, in modo nuovo. Nella fase 2 ci saranno comunque alcune cose che non si potranno fare. Resteranno assolutamente vietati gli assembramenti all’aperto e al chiuso. Per nessuna ragione – nessuna – si deve creare un un assembramento di persone. Inoltre bisognerà stare particolarmente attenti con i nostri anziani e familiari con patologie. Per quanto è dura, teniamo ancora la distanza di sicurezza da loro, perché resta il modo migliore per proteggerli”.

“Siamo in una fase di miglioramento ma tornare indietro è un attimo – ricorda Menesini -. Noi invece dobbiamo andare avanti. Questo non lo dico per spaventare, ma perché si deve essere consapevoli e quindi tenere alta la guardia sempre. La consapevolezza e la solidarietà sono i nostri strumenti migliori, quelli che spiazzano il Coronavirus e lo mettono in difficoltà. Essere consapevoli vuol dire comportarsi secondo le indicazioni, senza diventare sceriffi e aiutando chi ancora (ma sono pochi) non ha compreso la situazione. La fase 2 ci può portare tutti insieme verso la fase 3 o farci riprecipitare nella 1. Io sono convinto che con poche regole e chiare l’Italia affronterà bene la fase 2 – i cittadini si proteggeranno e proteggeranno gli altri – e riuscirà a guardare sempre più verso la fase 3, quando torneremo ad abbracciarci. Lo stiamo facendo: con responsabilità, consapevolezza e solidarietà”.