Fase 2, il sindaco di Porcari: “Far ripartire le zone dove non ci sono focolai”

La ricetta del primo cittadino per la ripartenza
Dopo le dichiarazioni del primo cittadino di Capannori a prendere parola sulle stringenti misure dichiarate dal governo è il sindaco di Porcari. Un’analisi diversa quella di Leonardo Fornaciari, volta a chiedere un’iniezione di liquidità a sostegno delle attività che dovranno rimanere chiuse fino al 1 giugno. E pensare a una ripartenza già a metà maggio per le zone dove non ci sono focolai. Perché una cosa è chiara a entrambe le istituzioni: se le cose rimarranno allo stato attuale alcune realtà non riusciranno più ad aprire.
“La ripartenza è una strada che dobbiamo in un modo o nell’altro iniziare a percorrere – spiega Fornaciari -. Il 4 maggio era atteso da ognuno di noi come una ‘liberazione’, ma così non è stato. E’ chiaro che la nostra stella polare deve essere la salute, la tutela dei nostri ospedali e del sistema sanitario perché da essi dipende il nostro benessere. Una cosa però è certa: alcune attività al 1 giugno ancora chiuse non ci possono arrivare. Non ce la fanno. Basta parlare con loro per capirlo ed è dovere di tutti quanti impedire che questi negozi abbassino per sempre le serrande”.
“Preso atto che il virus non ha colpito in maniera identica in tutta Italia bisogna lentamente ma inesorabilmente iniziare a percorrere la strada della convivenza, tenendo conto delle caratteristiche di contagio di zone o macrozone o Regioni – va avanti il primo cittadino di Porcari -. Per intenderci la Toscana non è la Lombardia e nemmeno il Molise e l’Italia non è un unico, enorme focolaio. La mia proposta è quella di fare partire le zone dove non ci sono focolai dando la possibilità, sempre con tutte le regole e precauzioni del caso che sappiamo ormai applicare, di ripartire alle piccole attività a metà maggio“.
“Quindi salute e regole devono essere al primo posto, ma affiancati dalla razionalità necessaria ad individuare zone che possano partire prima di altre per ovvii motivi – continua Fornaciari -. Ci sono attività come bar, parrucchiere, centri estetici, negozi di abbigliamento molti altri ancora che non accendono la luce nei loro negozi da settimane. Dobbiamo permettere loro di ripartire in piena sicurezza, ma devono avere la possibilità di aprire le loro porte. O si prova a fare questo o l’alternativa è una sola: serve una forte, potente e decisa iniezione di liquidità destinata a queste realtà per arrivare al 1 giugno. Senza queste risorse economiche in molti non riapriranno. Questo non deve succedere. La ripartenza è una strada che dobbiamo in un modo o nell’altro iniziare a percorrere”.