Primo maggio ad Altopascio, sindaco sul luogo dell’ultimo incidente mortale sul lavoro

D’Ambrosio: “La sicurezza è un diritto. Garantiamo sviluppo senza sacrificare la salute”
Un mazzo di fiori sul luogo dell’ultimo incidente mortale sul lavoro ad Altopascio. Così il sindaco Sara D’Ambrosio ha voluto celebrare il Primo maggio in paese.
“Oggi – dice – per questo primo maggio in bilico, sono voluta andare in Corte Marchetti, per deporre un mazzo di fiori lì dove a inizio anno ha perso la vita l’operaio Marco Viviani, mentre stava lavorando. Un gesto per non dimenticare, in un momento in cui si pensa ad altro, chi sul lavoro continua a perdere la vita”.
“Le morti sul lavoro – commenta – sono la piaga del nostro paese. La sicurezza sul lavoro è un diritto, al pari del lavoro stesso, che è il fondamento della nostra Repubblica democratica, ciò che dà sostanza e contenuto alla giustizia sociale. Oggi più che mai sappiamo che lavoro significa vita e perderla mentre si lavora è un controsenso intollerabile. Oggi più che mai sappiamo che lavoro è dignità. E garantirlo, proteggerlo e promuoverlo un dovere”.
“Il coronavirus sta facendo emergere in tutta la sua drammaticità – prosegue D’Ambrosio – le differenze sociali del nostro paese, tra chi ha molto e chi ha poco e niente e ora rischia di perdere tutto, perché dopo una vita di sacrifici non puoi accettare l’idea che il tuo sogno vacilli e svanisca. Ecco, io penso proprio a queste persone oggi: a chi ha paura di perdere il lavoro, a chi il lavoro non ce l’ha, a chi lavora in prima linea per garantire a tutti noi i servizi essenziali, a chi, nonostante tutto, lavora, nelle mille difficoltà, a chi, soprattutto donna, deve coniugare il mantenimento del lavoro alla gestione dei figli in un paese che dimentica, troppo spesso, che lavorare non è un privilegio, ma un diritto“.
“Ci aspettano tempi complicati e incerti – conclude – Tempi che richiedono tutta la nostra responsabilità, tutta la nostra capacità di non sacrificare mai la salute pubblica nel garantire lo sviluppo economico e occupazionale del nostro paese. La voglia di ripartire c’è. Promettiamoci di stare attenti e uniti. E di resistere insieme”.