Turismo, Spadaro (Lega): “A Capannori il sistema produttivo è a rischio collasso”

Il consigliere invita il Comune ad avviare iniziative con i territori limitrofi per reperire risorse
“Tra i tanti settori dell’economia che sono stati colpiti da questa pandemia quello che ha ed avrà molte difficoltà a riprendersi è certamente quello del turismo e delle attività affini”. A portare in luce i problemi della categoria è il consigliere comunale della Lega di Capannori Gaetano Spadaro.
“Vediamo infatti negozi, partite iva, liberi professionisti che hanno praticamente cessato ogni attività dato che il sistema economico è come un convoglio in una strada di montagna: se un mezzo si ferma tutti quelli che seguono restano bloccati – prosegue il consigliere -. Naturalmente è indispensabile da parte delle varie autorità costituite adottare tutte quelle misure ritenute indispensabili per tutelare la salute della cittadinanza, ma vi è un limite alle limitazioni che possono essere imposte senza che vengano accompagnate dai necessari aiuti, incentivi e sussidi necessari per mantenere in essere le attività vitali dell’economia. Ora è evidente che una situazione come quella attuale può essere affrontata in primo luogo con una certezza delle iniziative che possono e non possono essere intraprese da parte dei vari operatori economici: tuttavia non pare che la linearità di condotta sia presente nelle azioni governative. Sembra piuttosto che il titubare governativo lo farà padrone di un cimitero, economico se non umano”.
“A Capannori l’ospitalità è certamente una delle attività che costituiscono una buona parte dell’economia, ma basta guardarsi intorno per osservare ristoranti chiusi che non hanno riaperto neppure durante i mesi estivi, di alberghi ed agriturismi che non potendo ospitare rappresentano solamente un costo per i gestori, così come le altre attività che hanno personale in lista paga – conclude Spadaro -. Una risorsa turistica erano le navi da crociera che attraccavano a Livorno dalle quali molti passeggeri venivano in zona in visita utilizzando la ristorazione. La popolazione turistica italiana, malgrado non possa più recarsi in zone estere extra europee, è traumatizzata in buona misura e non si sposta che per il minimo necessario, ossia lavoro e spesa. Quindi un’altra risorsa è venuta meno. Mi rendo conto che le risorse del comune sono minime e difficilmente può permettersi di appoggiare con vari interventi l’attività produttiva locale, ma sicuramente se avviasse un sistema di iniziative con i comuni limitrofi potrebbero essere trovate quelle risorse che potrebbero evitare un generale collasso del sistema produttivo locale che darebbe solamente un considerevole e crescente livello di disoccupazione”.