Associazione Family Day: “Sconcerto per i video Lgbt pubblicati sul sito del Comune di Capannori”

L’accusa: “L’ente fa da cassa di risonanza anche a un personaggio che giustificava la pedofilia”
Anche l’associazione Family Day di Lucca e Viareggio interviene nel dibattitosulle iniziative della rete Ready a Capannori. E vista la natura dell’associazione non può che essere un intervento polemico.
“Genera profondo sconcerto – si legge nella nota – dover prendere atto che anche in piena pandemia Covid, con famiglie e imprese in ginocchio, le iniziative pro Lgbt assunte dai Comuni aderenti alla rete Ready (Rete nazionale delle pubbliche amministrazioni antidiscriminazione per orientamento sessuale e identità di genere) siano reputate “prioritarie e urgenti” e pertanto proseguano non solo indisturbate ma addirittura enfaticamente rilanciate. Nel caso specifico si tratta del Comune di Capannori, che a partire dal periodo delle feste natalizie ha deciso di pubblicare sui propri canali social ben cinque video allo scopo di promuovere e diffondere l’ideologia Lgbt+, muovendo dall’assioma che le persone lesbiche, gay, transgender, queer siano oggetto di gravi discriminazioni”.
“Che questa iniziativa, come la stessa rete Ready – dice l’associazione – sia una mera operazione volta a diffondere l’ideologia gender lo dimostrano dati di realtà. Fermo restando che non è tollerabile qualsiasi forma di discriminazione, i dati dell’Oscad (Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori), consultabili sul sito del ministero dell’interno, dimostrano che dal 10 settembre 2010 al 31 dicembre 2018 in Italia sono stati segnalati 197 casi di discriminazione “per orientamento sessuale” e 15 casi per “identità di genere” per un totale quindi di 212, il che significa meno di 26 casi segnalati all’anno in tutto il paese. Di fatto l’Italia è uno dei paesi più gay friendly d’Europa. Ancora una volta è chiaro che larRete Ready, e quindi la stessa iniziativa di Capannori, si collocano in una strategia ben più ampia e di natura ideologica, che si propone di promuovere una certa visione della sessualità e dell’antropologia che relativizza la famiglia naturale come uno stereotipo sessista e discriminatorio, da rimuovere e stigmatizzare”.
“Purtroppo a questa considerazione se ne aggiunge un’altra, molto grave e inaccettabile: tra i video pubblicati uno ha come protagonista indiscusso Mario Mieli – prosegue la nota – Mieli è stato un attivista gay nato nel 1952 morto suicida a 31 anni che nel suo libro Elementi di critica omosessuale scrive testualmente: “Noi checche rivoluzionarie sappiamo vedere nel bambino […] l’essere umano potenzialmente libero. Noi sì che possiamo amare i bambini. Possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla loro voglia di eros, possiamo cogliere a viso e braccia aperte la sensualità inebriante che profondono, possiamo fare l’amore con loro […] La pederastia è una freccia di libido scagliata contro il feto […] Per pederastia intendo il desiderio erotico degli adulti per i bambini (di entrambi i sessi) e i rapporti sessuali tra adulti e bambini”. Infine Mieli reputa che “la liberazione dell’eros e la realizzazione del comunismo passano necessariamente e gaiamente attraverso la riconquista della transessualità e il superamento dell’eterosessualità…”
“Per tutti i sopraesposti motivi – conclude la nota – l’associazione Family Day denuncia l’iniziativa del Comune di Capannori come ideologica e discriminatoria. Condanna come gravissima la pubblicazione del video su Mario Mieli e ne chiede al sindaco l’immediata rimozione dai social istituzionali. È inaccettabile che una istituzione pubblica diventi la cassa di risonanza di un personaggio che nei suoi scritti teorizzava tesi pericolose per l’integrità fisica e psichica dei minori“.