Da Sofidel 160 uova di Pasqua alle famiglie più fragili di Porcari

7 aprile 2021 | 17:42
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Da Sofidel 160 uova di Pasqua alle famiglie più fragili di Porcari

Sono stati consegnati dalla Croce Verde ai nuclei in difficoltà del territorio

Un uovo di Pasqua per ogni nucleo familiare fragile di Porcari, per far contento il maggior numero possibile di bambini e bambine. Si è rinnovata con questo spirito, nei giorni della seconda settimana santa da zona rossa, la collaborazione tra il Comune, la Croce Verde locale e Sofidel, azienda leader della lavorazione della carta tissue con sede principale a Porcari.

E così i volontari dell’associazione, proprio come già avvenuto per i pacchi natalizi, hanno percorso il paese in lungo in largo suonando il campanello di casa a chi sta vivendo con maggiore difficoltà una crisi economica peggiorata dal perdurare dell’emergenza coronavirus. Una road map predisposta dall’ufficio per le politiche sociali del Comune e dall’assessora Lisa Baiocchi. Sulla base dei dati più aggiornati in possesso dell’ente, infatti, nelle settimane precedenti la Pasqua sono stati individuati i nuclei in condizioni di svantaggio.

Ben 160 uova di cioccolato sono giunte a destinazione, tutte acquistate grazie all’impegno dell’azienda capitanata da Luigi Lazzareschi. Una sensibilità duplice, quella di Sofidel, perché la scelta è ricaduta sulle uova di Pasqua dell’Ail (associazione italiana contro le leucemie, linfomi e mielomi). Cioccolato che ha stampato sul viso dei più piccoli tanti sorrisi e al contempo ha sostenuto sia la ricerca per oltre 221 studi scientifici l’anno, sia le borse di studio e l’attività di 136 centri ematologici in tutta Italia.

Commenta l’assessora al sociale, Lisa Baiocchi: “A Porcari abbiamo dato anima a un modello virtuoso per una comunità più giusta e coesa, che mette a sistema le energie di attori pubblici, privati e terzo settore. Ringrazio Sofidel per la generosità che puntualmente esprime per il nostro territorio e tutti i volontari della Croce Verde che, soprattutto nell’ultimo anno, si sono fatti in quattro perché nessuno si sentisse lasciato indietro. Volevamo regalare una parentesi di serenità e di ‘normalità’ soprattutto ai bambini, che più di altri stanno facendo le spese in prima persona delle difficoltà dettate dalla pandemia”.