Stadio Porcari, Picchi: “Assurdo dire no all’intitolazione a Giometti”

28 maggio 2021 | 12:26
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Stadio Porcari, Picchi: “Assurdo dire no all’intitolazione a Giometti”

Il presidente del comitato: “Porteremo avanti la nostra causa”

E’ polemica a Porcari per il no alla mozione che proponeva di intitolare lo stadio a Renzo Giometti, già sindaco di Porcari. A protestare è Stefano Picchi, presidente del comitato promotore: “Siamo rimasti sconcertati dalla decisione presa da parte del Consiglio Comunale di Porcari nella seduta del 27 scorso di rigettare la mozione presentata per intitolare lo stadio a Renzo Giometti già Sindaco di Porcari, una scelta quantomeno assurda e immotivata”.

“A nome di tutto il comitato, nato in forma spontanea, con l’unico obiettivo dell’Intitolazione dello stadio comunale di Porcari all’ex sindaco Renzo Giometti, riteniamo – spiega – di dover proseguire la nostra azione, anche a nome di tutti i porcaresi che hanno sottoscritto la nostra petizione. Siamo certi di farci interpreti della stragrande maggioranza dei Porcaresi, come siamo certi che Renzo Giometti meriti un doveroso riconoscimento da parte della nostra comunità”.

A sostegno dell’intitolazione a Giometti, come noto, c’è Riccardo Giannoni consigliere di La Porcari che vogliamo che fa un ritratto dell’ex sindaco all’indomani dalla bocciatura della mozione. Giannoni lo fa in una sorta di lettera a Giometti: “Hai guidato il paese prima da vicesindaco e poi da sindaco per quasi 20 anni. Una bella fetta della storia del nostro Comune. C’era molto da fare – si legge -, amavi ricordare a tutti coloro che ti interrogavano sul tuo ingresso in Comune nel 1975. Le fognature, la metanizzazione del paese, alcune strade, la piazza del Mercato. Mancava perfino la sede comunale”.

“La mia generazione – aggiunge – dà per scontato che il Comune è in Piazza Felice Orsi nel Palazzo Stringari. Non era così. Gli uffici comunali allora erano sparsi in paese. Alcuni nell’ex casa del Fascio in via Roma. Altri in una parte della attuale scuola elementare. Fu la tua determinazione, assieme ovviamente a quella di tutti i collaboratori che ti accompagnarono in quegli anni, a dotare il nostro Comune di una sede decorosa. Hai dotato il nostro paese, dopo la forte industrializzazione che lo aveva caratterizzato negli anni 60 e che lo aveva profondamente mutato, di tutto quello di cui aveva bisogno. Hai commesso anche errori, come è normale e inevitabile che sia. Ma hai mostrato con la tua azione quotidiana che la politica è testa, strategia, capacità ma anche cuore, determinazione, coraggio. E che la Politica è anche ascolto, quotidiano, costante, di tutti, senza distinzione e poi costruzione di sintesi (sapendo quanto è importante tenere unita una comunità) e assunzione di responsabilità. Da non porcarese hai capito immediatamente l’essenza del nostro paese, da cui ti sei fatto guidare, e le caratteristiche della sua gente, ovvero l’orgoglio e la capacità di guardare avanti, con coraggio”.

“L’orgoglio. Quello che – prosegue Giannoni – aveva spinto i porcaresi a fine 800 a lottare per diventare Comune e che tu sapesti interpretare tenendo testa agli altri enti della Provincia nelle varie battaglie, sui rifiuti, sulle infrastrutture, sull’ambiente. La capacità di guardare avanti con coraggio. Un tratto che troviamo in tante fasi della vita della nostra comunità e che ti spinse, a inizio anni 80, a lavorare per dotare Porcari del secondo impianto sportivo con tribuna coperta della Provincia dopo il Porta Elisa. Un investimento importante. Quasi un miliardo di lire di allora. Ma amavi lo sport e i giovani. Sapevi che Porcari era si un paese piccolo (in termini di residenti) ma che poteva/doveva dotarsi del meglio per i propri concittadini per non essere/divenire un semplice dormitorio attorno ad una realtà fortemente industrializzata e anzi per crescere. Per diventare insomma un paese a misura d’uomo. Si. Lo stadio comunale. Proprio quello che stasera hanno deciso tu non meritassi di vederti intitolato. Avendo ascoltato la pochezza delle argomentazioni con cui lo hanno fatto so che alla fine da lassù, passata l’incazzatura momentanea, avrai accennato un sorriso. Ti hanno colpito, lo sai bene, solo perchè, con la tua consueta dose di coraggio hai deciso 4 anni fa, non stando nemmeno troppo bene di salute, di montare in macchina e attaccarti al telefono invitando a sostenere il sottoscritto alle elezioni comunali. Non avevi più frequentato il paese perchè eri rimasto deluso e amareggiato da molte cose. Ma, senza nulla chiedere e pretendere men che meno anche di dare consigli (perchè a differenza di altri il mentore non lo volevi fare a nessuno), avevi probabilmente intravisto nel progetto de La Porcari che Vogliamo quel fuoco che aveva caratterizzato gli anni in cui avevi guidato il paese. Sei e resti un gigante. La votazione di stasera ne è solo l’ennesima conferma. Ti temono. Anche da morto. E anche da morto ti hanno voluto colpire”.