Rsa di Marlia, i sindacati sul piede di guerra: “O si trova una soluzione o scioperiamo”

2 luglio 2021 | 16:37
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Rsa di Marlia, i sindacati sul piede di guerra: “O si trova una soluzione o scioperiamo”

Fp Cgil, Uil Fpl e Fisascat Cisl: “Abbiamo deciso di aprire lo stato di agitazione con la programmazione di uno sciopero se non si troverà una soluzione conciliativa e quindi risolutiva nell’incontro chiesto”

“Se a breve non si troverà una soluzione apriremo lo stato di agitazione”. Così dopo la lettera delle organizzazioni sindacali dei pensionati, a parlare della situazione della Rsa di Marlia sono i rappresentanti di Fp Cgil, Uil Fpl e Fisascat Cisl.

“Per un’analisi precisa dei problemi attuali della Rsa di Marlia, dobbiamo tornare con la memoria all’accordo per il passaggio del modulo cure intermedie alla Capannori Servizi – spiegano i sindacati -. L’accordo firmato tra Usl, Ooss, Consorzio Zenith e Capannori Servizi fu siglato in modo da non ‘produrre’ esuberi di personale e dare le risposte necessarie e dovute agli ospiti . Oggi dobbiamo dire che non è andata così. Da quel momento in poi, eravamo a dicembre 2019, il servizio assistenziale ha subito tagli importanti che hanno avuto riflessi negativi non solo sul personale ma, a nostro avviso anche sui livelli di assistenza. In particolare dobbiamo rilevare che con il cambio di denominazione delle cure intermedie dal cosiddetto setting 3 all’attuale ‘setting di assistenza intermedia’,sono state tagliate ore di assistenza e servizi che hanno causato difficoltà nella presa in carico dei pazienti la cui complessità assistenziale non è certamente migliorata cambiando nome al modulo assistenziale”.

“Per quanto riguarda il modulo base c’è da rilevare che mentre si considerano i parametri assistenziali previsti dalla legge regionale, non si procede ad adeguare il livello di autosufficienza degli ospiti pur rilevando palesi aggravamenti sul piano clinico e cognitivo – proseguono i sindacati -. A quanto sopra, va aggiunta l’inadeguatezza della struttura, organizzata su due piani dove il personale deve correre da un piano ad un altro e dove i progetti di ristrutturazioni sono per ora fermi all’anno zero. Nel frattempo l’organico è stato progressivamente ridotto , sia in ambito assistenziale quanto in ambito alberghiero, non confermando i tempi determinati che di fatto erano parte integrante dello staff strutturale. Allo stato attuale, il personale non ce la fa più a sostenere i carichi di lavoro, l’abbiamo scritto più volte sia al comune che alla Capannori servizi senza avere risposte concrete. Il risultato è che ad oggi gli ospiti rischiano seriamente di non ricevere le cure e le attenzioni di cui hanno diritto”.

“Abbiamo pertanto deciso, unitamente all’assemblea delle lavoratrici e lavoratori di aprire lo stato di agitazione con la programmazione di uno sciopero se non si troverà una soluzione conciliativa e quindi risolutiva nell’incontro che abbiamo chiesto in base alla legge sugli scioperi nei servizi pubblici essenziali – conclude la nota -. In attesa dell’incontro ci siamo comunque resi disponibili ad eventuali approfondimenti che dovessero rendersi necessari con il Comune di Capannori”.