A Villa Basilica un’assemblea popolare per dire no alla vendita del depuratore di Veneri



Si terrà alle 21 in via Santissima Nunziata. Gli organizzatori Panigada e Bertilacchi: “Mancata trasparenza nella gestione”
L’assemblea programmata per sabato (31 luglio) a Villa Basilica si terrò in via Santissima Annunziata anziché all’orto delle Unde. Lo annunciano gli organizzatori Giovanni Bertilacchi, ex assessore popolare di Villa Basilica e Tommaso Panigada. Al centro della discussione la vendita del depuratore di Veneri.
“L’assemblea – dicono – intende offrire una occasione pubblica di confronto sulla decisione dei consigli comunali di Pescia e Villa Basilica di vendere un ‘gioiello di famiglia’ quale è il depuratore di Veneri senza il controllo del quale non c’è futuro per l’ambiente ed il lavoro nella Valle della Pescia minore e l’acquedotto del Pollino sito nel Comune di Porcari. Gli organizzatori sono contrari alla decisione presa a maggioranza nei consigli e denunciano una scarsa conoscenza della vicenda dovuta ad una mancata trasparenza delle amministrazioni proprio in un momento in cui la ripartenza del Paese è legata alla svolta ambientale maturata dentro una dolorosa pandemia”.
“Ma soprattutto cosa dicono gli amministratori dei due Comuni. Il sindaco di Pescia, Oreste Gurlani, dichiara che il Coad è un organo inutile, quando lo stesso Sindaco Giurlani, alcuni anni fa volle una modifica allo statuto dello stesso, inserendo la possibilità, per lo stesso stesso Consorzio, di realizzare impianti ad energia rinnovabile; ma allora non era inutile – si chiedono Bertilacchi e Panigada -? Il vicesindaco di Villa Basilica, Giordano Ballini ed ex sindaco del medesimo Comune dichiara su Noi Tv che la vendita dell’immobile da parte del Comune è un obbligo di legge, in quanto non è più un servizio di pubblico interesse; il sinadaco Elisa Anelli non si pronuncia e quindi non si può dire che cosa ne pensi. Se è un obbligo perché vende il depuratore e non le fognature ? Perché gli altri comuni o enti locali proprietari non fanno altrettanto? Ad esempio perche la Regione Toscana che è proprietaria del depuratore di Casa del Lupo di Porcari perché non lo vende?”.
“La cosa altresì del tutto anomala è quella che nel testo delle delibere di consiglio dei due Comuni, non vi è alcun riferimento di Legge o norma che preveda l’alienazione obbligatoria delle suddette opere, comprensive anche di terreni dell’acquedotto del Pollino, sito in Porcari, facendo finta che il Referendum sull’acqua pubblica di 10 anni fa, non sia mai esistito. Ma addirittura alla delibera del Comune di Villa Basilica è stata allegato il testo della Legge della Regione Toscana 20/2006, la quale nell’art. 13 bis riporta che i suddetti impianti, se di proprietà pubblica (e questo lo è), possono essere concessi in uso agli attuali gestori (nel nostro caso il Consorzio del Torrente Pescia) previa stipula di apposita convenzione con i comuni proprietari; come si vede-continua la nota – non si parla di vendita ma di concessione, per il semplice motivo che questi impianti sono inalienabili per Legge”.
“Proprio per questa motivazione, è nostro parere che l’amministrazione, al fine di tutelare il Comune, i consiglieri relativi ed il personale che ha approvato la Delibera, avrebbe dovuto chiedere preventivamente un parere alla Regione Toscana. Noi lo abbiamo fatto – dicono -. Ma la nostra preoccupazione sopratutto va a chi vincerà un eventuale gara, che essendo una gara europea, potrebbe veder vincere una ditta estera, magari con infiltrazioni di cosche mafiose o camorristiche, come è successo nei fanghi conciari e visto che dell’attuale gestore il Consorzio del Torrente Pescia, del quale non si può dire altro che bene considerato che uno dei pochi impianti in Toscana ad avere tutte le Autorizzazioni per la propria attività e quindi non si vede veramente l’esigenza di fare una cosa di questo tipo; O forse servirebbe al Comune di Pescia per cercare di tappare leggermente i buchi del proprio bilancio? E qual’è il nostro guadagno?”, si chiedono.
“Inoltre i Comuni, avendo in proprietà l’impianto, possono dire la loro nei confronti del gestore; una volta venduto, tutto è perso e quindi i Comuni non hanno piu peso. Quindi invitiamo tutti i cittadini della comunità Villese e Pesciatina alla partecipazione, indipendentemente dalle opinioni e idee politiche avendo ben chiaro però che la Pescia è un bene comune di tutti e come tale va tutelata e che il referendum sull’acqua pubblica di 10 anni fa è tuttora valido”, concludono Panigada e Bertilacchi.