Depuratore di Veneri, Panigada e Bertilacchi: “Serve chiarezza sul bando di vendita”

17 settembre 2021 | 17:35
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Depuratore di Veneri, Panigada e Bertilacchi: “Serve chiarezza sul bando di vendita”

“I Comuni, la Regione e gli industriali devono dire cosa intendono fare e chi ha approvato il bando di gara spiegare dove esso sia finito”

Chiarezza sul bando di appalto per la vendita del Depuratore di Veneri. A chiederla nuovamente sono Giovanni Bertilacchi, ex assessore popolare di Villa Basilica e Tommaso Panigada.

“Dopo il via libera dei consigli comunali di Pescia e Villa Basilica alla vendita dell’impianto di depurazione di Veneri (di proprietà dei due Comuni attraverso le quote di Coad spa dagli stessi detenute), è stata annunciata dalle due amministrazioni comunali, con il beneplacito di Associazione industriali, una gara d’appalto in uscita a fine agosto e in scadenza a fine ottobre: il cda di Coad ha effettivamente approvato un capitolato di gara d’appalto europea nel mese di luglio, ma a oggi del bando si è persa ogni traccia – spiegano -. Siamo ormai a metà settembre e non è dato di capire se il bando sia mai stato pubblicato e, nel caso, dove, dopo che a mezzo stampa e ancor prima di
ascoltare le ragioni di chi si oppone a questa operazione si sono suonate le trombe di guerra contro chi pone domande, avanza obiezioni e cerca di avere il massimo della trasparenza in una materia delicatissima come quella della tutela di ambiente e lavoro, per la costruzione di un futuro sostenibile nella valle della Pescia Minore”.

“Chi pone domande lo fa perché ritiene necessario armonizzare interessi diversi che, senza il controllo pubblico, porterebbero certamente al disastro, quel disastro che 40 anni addietro fu evitato grazie a 14 miliardi di lire provenienti dall’Europa e gestiti dalla prima amministrazione regionale Toscana – vanno avanti -. Senza il depuratore di Veneri, il torrente Pescia sarebbe morto e molte cartiere, impossibilitate a costruirsi ciascuna un proprio depuratore a piè di fabbrica, avrebbero progressivamente chiuso. Al tempo era stato costruito anche un sistema di pompaggio delle acque reflue depurate per impedire la messa in crisi del minimo flusso vitale durante i mesi estivi, dimostrando capacità di leggere il futuro: basta affacciarsi lungo il corso della Pescia in queste ultime settimane per domandarsi come sia possibile tenere insieme carta, Pinocchio, serre e vita del Torrente senza quella preziosa soluzione troppo presto
abbandonata”.

“Non è consentito a nessuno, nemmeno al vicesindaco del Comune di Villa Basilica, affermare che una legge regionale sancisca l’obbligo della alienazione di ciò che viene definito furbescamente ‘complesso immobiliare’ con dentro un depuratore: la legge cui ci si riferisce non poneva in tal senso obbligo alcuno; la norma è stata semmai improvvidamente rivista e su tale intervento pende un ricorso per illegittimità presentato dal governo alla corte costituzionale – concludono -. E’ giunto il momento della chiarezza, i Comuni, la Regione, gli industriali devono dire pubblicamente cosa intendono fare e chi ha approvato il bando di gara spiegare dove esso sia finito”.