Al Palagio di Pescia si parla di Giulio Magnani, pioniere della lotta alla fillossera

4 ottobre 2021 | 17:56
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Al Palagio di Pescia si parla di Giulio Magnani, pioniere della lotta alla fillossera

Interverranno Paolo Corbini (Direttore della associazione Città del vino), Rossano Pazzagli (Università del Molise) e Giovanni Brachetti Montorselli (erede della famiglia Marchi-Magnani)

Si discuterà di viticoltura e fillossera questo sabato (9 ottobre), alle 16,30, a Pescia nella vasta sala del Palagio. Un evento organizzato dalla sezione locale dell’Istituto storico lucchese col patrocinio dei Comuni di Pescia e Montecarlo, durante cui si presenterà il volume di Vincenza Papini Il pioniere italiano della lotta alla fillossera. Giulio Magnani e la viticoltura a Montecarlo, ultima fatica di una autrice che ha dedicato altri saggi a noti personaggi valdinievolini (Forti, Sismondi, Giusti, Galeotti) e per 15 anni ha diretto la attiva sezione storia e storie al femminile.

Questa sua ultima ricerca ha portato a connotare Giulio Magnani, personaggio finora considerato minore nella nota famiglia Magnani di Pescia, come un eccezionale protagonista del rinnovamento della viticoltura della Valdinievole e della lotta alla fillossera, la terribile peste delle viti che ai primi del novecento colpì tanti vigneti anche nella nostra zona. Egli infatti, dedicatosi totalmente alla viticoltura in una vasta fattoria di Montecarlo, fu tra i primissimi in Europa a ideare e sperimentare, in anticipo sui tempi, la tecnica dell’innesto delle viti europee su piede (cioè apparato radicale) americano per evitare la distruzione dei vigneti ; una tecnica ancora oggi universamente praticata. Un vero benemerito, da affiancare ai già noti studiosi della scuola agricola di Montpellier come attestato anche dal professor Mario Fregoni nella prefazione e postfazione al libro.|

Dopo i saluti istituzionali, alla presenza dell‘autrice, interverranno Paolo Corbini (Direttore della associazione Città del vino); Rossano Pazzagli (Università del Molise) e Giovanni Brachetti Montorselli (erede della famiglia Marchi-Magnani). Modererà il convegno Dario Donatini (Istituto storico lucchese). Al termine, il Comune di Montecarlo e l’associazione Città del vino, editori del volume, faranno dono di una copia-omaggio agli intervenuti.

Per gli interessati obbligo di  green pass e prenotazione, chiamando il Comune di Pescia al numero 0572 492257  oppure inviando un’e-mail a: islvaldinievole@gmail.com

Giulio Magnani (1839-1891). Nato da una ricchissima famiglia pesciatina leader nei settori della carta e della seta, Giulio, ancora giovanissimo, ereditò dal padre una grande fattoria a Montecarlo e ne volle fare un modello di rinnovamento della viticoltura. Da subito si impegnò a rinnovare la tipologia degli impianti di vigneti introducendo anche vitigni francesi; si dedicò poi, soprattutto, alle sperimentazioni contro la fillossera che negli anni settanta dell’ottocento stava già mettendo in ginocchio la prospera viticoltura francese. Fu insomma un innovatore che lavorò a tutto campo sul piano vitivinicolo sia per la valorizzazione che per la difesa dei vigneti di Montecarlo. E fu uno sperimentatore solitario della tecnica degli innesti in notevole in anticipo sui tempi. Alla sua morte, avvenuta nel 1891, a soli 51 anni, la fillossera non era ancora arrivata in Valdinievole; la sua comparsa nel primo decennio del novecento avrebbe causato la distruzione di interi vigneti mentre le viti da lui innestate su piede americano circa trenta anni prima dettero ottima prova di resistenza.

Ora, grazie agli accurati studi di Vincenza Papini, condotti su carte inedite degli eredi Magnani e su rari articoli e opuscoli d’epoca, questa figura di pioniere viene ricostruita nella sua attività solitaria e poco nota ma tale da affiancare, per importanza, l’Italia alla Francia o addirittura superarla per tempestività nella indicazione dell’innesto della vitis vinifera europea su piede americano come scelta del rimedio migliore possibile contro la fillossera.

Le ceneri di Giulio Magnani riposano nel cimitero di Montecarlo, in una tomba senza ornamenti, con le sole indicazioni del nome e della data di morte, segno di un’umiltà pari ai suoi meriti.