Vendita del depuratore di Veneri, Sinistra italiana: “La Regione abbia un ruolo”

SI: “Firenze non si limiti a vigilare ma intervenga”
“Vendita del depuratore di Veneri, la Regione assuma un ruolo”. E’ quanto chiede Sinistra Italiana Toscana.
“Nonostante le numerose prese di posizione di forze politiche – si legge in una nota – consiglieri regionali e comunali e le iniziative promosse da comitati e singoli cittadini in merito alla annunciata vendita di un importante impianto di depurazione per reflui cartari e civili ubicato a Veneri, realizzato con denari pubblici 40 anni fa e di proprietà dei Comuni di Pescia e Villa Basilica, la Regione Toscana non ha trovato di meglio che monitorare”.
“Due sindaci, uno sospeso dalle sue funzioni ed un altro che nonostante sia assessore il sindaco lo fa di fatto, avevano promesso un bando di gara europeo – sostiene Sinistra Italiana Toscana -. La realtà si è rivelata un’asta per l’acquisto di un immobile con dentro un depuratore, basato su un oscuro Regio decreto del 1924. E la Regione? Di fatto avalla una operazione come questa, dai dubbi profili di legittimità? Se la documentazione che gli uffici Regionali hanno trasmesso fosse letta dalla Giunta Regionale unitamente con quella inviata dal Comune di Pescia (ma non dal Comune di Villa Basilica) emergerebbero alcune cose di fronte alle quali la Regione non potrebbe che bloccare l’intera operazione prima che la magistratura intervenga”.
“Nella documentazione fornita emerge – si sostiene – un contratto di appalto del 1990 in cui gestore e comuni affermano come il servizio di raccolta e depurazione dei reflui civili ed industriali a Veneri si configuri come servizio pubblico e nel contempo si controfirma come al termine della concessione i macchinari e le opere dovranno essere restituiti perfettamente funzionanti e senza alcun corrispettivo, cosa contraddetta dal bando di asta in cui l’aggiudicatario e nuovo proprietario gestore dovrebbe acquistare dal vecchio gestore per 705.000 euro i macchinari. Se pervenissero dal Comune di Villa Basilica le carte richieste si scoprirebbe che pochi anni fa il Comune ha venduto un impianto di sollevamento delle acque reflue depurate posizionato nel Comune di Capannori (che fa spallucce da anni…) mai entrato in funzione, ad un privato titolare di una concessione idroelettrica, l’esatto contrario di quanto costruito 40 anni fa e dato in proprietà ai 2 Comuni”.
“Chiediamo quindi – conclude la nota – al presidente Giani ed a chi svolge il ruolo di assessore all’ambiente ed alle attività produttive una assunzione di responsabilità precisa, visto che l’altro impianto di depurazione consortile dei reflui cartari di Porcari (Casa del Lupo) è di proprietà della Regione, e la vendita a privati di una infrastruttura strategica come il depuratore di Veneri a privati peraltro secondo il bando privo di ogni certificazione o soa che ne garantisca la capacità di gestirlo, bonificarlo, costruirvi nuovi stadi impiantistici, rappresenterebbe un pericolo. A fronte di una perizia giurata di 3650.00 euro ed in presenza di crediti che vanta con questa realtà mai risultati esigibili sia la Regione a comperare l’impianto e si decida ad affrontare il tema aggiornamento tecnologico ed ambientale del trattamento acque/fanghi da depurazione cartaria nella sua complessità; il tutto nella massima trasparenza ed in accordo con le associazioni di categoria e i lavoratori, riportando due Comuni irresponsabili sulla retta via”.