Il carcere delle libertà, gli studenti del Majorana e del Busdraghi partecipano al ‘Progetto Gorgona’

19 maggio 2022 | 17:22
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Il carcere delle libertà, gli studenti del Majorana e del Busdraghi partecipano al ‘Progetto Gorgona’

I loro lavori saranno esposti in una mostra in programma dal 21 maggio al 2 luglio nelle sale dei Bottini dell’Olio a Livorno

Oltre 200 studenti degli istituti superiori di Lucca, Capannori, Livorno e Cecina, sono stati coinvolti dalla Fondazione Carlo Laviosa nel Progetto Gorgona, il carcere delle libertà, ideato e coordinato da Flavia Bertolli, docente del liceo scientifico Majorana di Capannori e membro del consiglio di amministrazione della stessa Fondazione, che ha tra i suoi obiettivi principali quello di sviluppare e sostenere progetti e azioni con forte valenza sociale ed educativa.

Dopo aver lavorato sui principi alla base dell’articolo 27 della Costituzione Italiana e sulla necessità del reinserimento in società dei detenuti che hanno scontato la loro pena, i ragazzi hanno avuto l’opportunità di conoscere la realtà rieducativa e lavorativa dell’isola carcere di Gorgona, visitandola insieme ai loro insegnanti e sotto la guida di esperti ambientali e di alcuni detenuti.

“Come tutte le isole carcere – ha spiegato ai ragazzi il direttore Carlo Alberto Mazzerbo – Gorgona, sede di un istituto penitenziario dal 1896, si è da sempre caratterizzata per il regime aperto di cui possono fruire i detenuti impegnati diverse in attività lavorative. La filosofia alla base del ‘modello Gorgona’ è infatti la creazione di una vera e propria comunità dove ogni detenuto ha la possibilità di fornire il proprio contributo, con uno specifico ruolo che ne sviluppi il senso di appartenenza, condivisone e responsabilità. Sull’isola i ragazzi hanno potuto constatare l’attuazione e l’efficacia di un sistema detentivo in cui  ai detenuti presenti – attualmente circa un centinaio – viene offerta concretamente la possibilità di scontare la proprio pena ricostruendo la propria identità di cittadini attivi e consapevoli grazie al lavoro agricolo, edile, e all’accudimento degli animali, nonché  la sistemazione della sentieristica e della viabilità dell’isola.
Alla base di questa filosofia si trova l’impegno di tutti, guardie e detenuti, amministrativi ed educatori, volontari e personale sanitario di lavorare, vivere e agire all’insegna del costante e concreto rispetto verso gli altri, così come verso sé stessi”.

I ragazzi del liceo scientifico Majorana di Capannori, dell’istituto tecnologico agrario Brancoli Busdraghi di Lucca, dell’Istituto Nautico Cappellini di Livorno, dell’Istituto professionale Orlando di Livorno e del Liceo Fermi di Cecina, sono stati quindi chiamati a rielaborare i nuovi orizzonti civici ed etici esplorati a Gorgona, attraverso la realizzazione di pannelli grafici e video.
Con i risultati del loro lavoro parteciperanno a un concorso indetto dalla Fondazione che premierà gli elaborati che meglio avranno sviluppato le indicazioni e gli obiettivi: illustrare in maniera permeante e chiara i valori dell’educazione e del lavoro come strumenti per l’acquisizione della libertà dell’individuo.

I  lavori degli studenti saranno esposti in una mostra in programma dal 21 maggio al 2 luglio nelle sale dei Bottini dell’Olio a Livorno, negli spazi al primo piano prospicenti la biblioteca, in una mostra promossa dalla Fondazione Laviosa nell’ambito delle iniziative che celebrano il Centenario dell’azienda. Insieme ai prodotti degli studenti saranno esposte anche la collezione di foto della guardia Pierangelo Campolattano e i risultati fotografici del laboratorio svolto dal fotografo Francesco Sinni. Campolattano da anni ritrae con sapiente e attenta delicatezza momenti e protagonisti del lavoro e luoghi dell’isola. La collezione di foto di Sinni sono istantanee e autoritratti fatti dagli stessi detenuti che hanno partecipato al laboratorio tenuto dal freelance, che nei fine settimana del 2014, 2015 e 2016,  si è recato sull’isola per insegnare con generosità e competenza l’arte della fotografia agli internati. Alcuni di questi hanno raggiunto una professionalità tale da risultare spendibile nel mondo del lavoro una volta completato il periodo detentivo.

“Visitare Gorgona e riflettere su Gorgona è un’opportunità di crescita e consapevolezza del concetto di legalità, redenzione, recupero riabilitazione – concludono dalla Fondazione Laviosa -. Già gli illuministi del ‘700, Cesare Beccaria in primis, avevano inteso e promosso una riconsiderazione della cruda brutalità della pena intesa come afflizione del corpo e dello spirito. I secoli e le vite perse per questa limitante ed erronea visione ci portano a Gorgona, l’isola della rinascita, il carcere della libertà”.