Tariffa rifiuti a Capannori, l’opposizione interpreta i numeri: “Tutte favole, tanti aumenti in arrivo”

20 giugno 2022 | 14:52
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I capigruppo di Fratelli d’Italia, Movimento Cinque Stelle, Lega e Forza Italia contestano la ricostruzione del Comune

“A Capannori, nel 2022, i costi sulle tariffe dei rifiuti resteranno invariate”. Questa frase, riportata anche dalla stampa, è stata detta circa un mese fa in sede di consiglio comunale quando si discusse il nuovo regolamento Ascit. Per l’opposizione, però, sono tutte grandissime… favole.

I capigruppo di Fratelli d’Italia, Movimento Cinque Stelle, Lega e Forza Italia si sono riuniti questa mattina (20 giugno) nella piazza del Comune proprio per far luce, con dati alla mano, su queste tariffe.

“Ci sentiamo in dovere di dire ai cittadini la verità – ha detto Salvadore Bartolomei, capogruppo della Lega – stiamo andando in uno scenario completamente opposto a quello che ci sta raccontando l’amministrazione comunale. La tariffa dei rifiuti, in realtà, andrà progressivamente ad aumentare, ed anche in modo importante”.

Le nuove tariffe, come detto, sono state approvate in consiglio comunale il mese scorso. “Se adesso si facesse un confronto con le vecchie bollette non si troverebbe nessun aumento, o almeno questo è ciò che dice l’amministrazione comunale – ha proseguito Simone Lunardi, del M5s – Gli aumenti, in realtà, arriveranno presto: la quota variabile per le famiglie aumenterà di circa il 66 per cento rispetto al 2020”.

Ma vediamo subito alcuni dati: per quanto riguarda le utenze domestiche, la tariffa unitaria variabile dal 2020 ad oggi, secondo l’opposizione, sarebbe aumentata del 62,26 per cento, con un aumento di 5,40 euro per ogni svuotamento del sacco. All’anno, con 4 componenti e 14 svuotamenti, si avrebbe quindi un aumento di oltre 75 euro (nel 2020 la spesa annua era di 121,52 euro, adesso 197,18 euro).

“Non si capisce perché, anche a fronte di tabelle allegate alla delibera – ha aggiunto Matteo Scannerini, Forza Italia –  l’amministrazione continui a dire che i costi restano invariati. Interessante anche la questione del ritiro del verde”.

Una “favola” infatti, secondo l’opposizione, è anche la gratuità del compostaggio: “Per chi ha il compostaggio il costo non è diretto, ma indiretto: il regolamento prevede il 30 per cento di riduzione sulla quota variabile però chi utilizza anche il servizio del verde lo sconto sulla quota variabile si riduce dal 30 al 10 per cento. Questo significa che per chi pratica il compostaggio il costo di ritiro del verde è pari al 20 per cento della quota variabile. Da luglio, invece, chi non ha il compostaggio sarà a pagamento: 35 euro annui”.

Un guaio, secondo l’opposizione, anche – se non soprattutto – per le imprese: “Anche per loro ci sarà un consistente aumento  della quota variabile e per entrambe le tipologie di utenze, la riduzione della quota fissa, quindi quella calcolata sulla superficie degli immobili, non compenserà nel 99 per cento dei casi l’aumento della quota variabile”.

“Le utenze non domestiche saranno particolarmente colpite dall’aumento dei costi – ha aggiunto Matteo Petrini, Fratelli d’Italia – se si guarda la tariffa unitaria variabile, dal 2020 c’è un aumento del 185% che sale addirittura a 387% se si prende in considerazione l’arco dell’amministrazione Menesini, 2014-2022. Se prendiamo in esame invece quella che è la capacità del contenitore, anche qui l’aumento minimo del ritiro non è una cosa da niente: il sacco da 70 litri, con un minino di 10 svuotamenti annuali, l’aumento che si ha alla fine dell’anno è di 137 euro. Naturalmente più è grande il sacco, più aumenta il costo: quello di 3200 litri le utenze non domestiche subiranno un aumento minimo annuo di 2500 euro”.

Durante l’incontro non sono mancate critiche all’assessore all’ambiente: “Il servizio di gestione dei rifiuti mantiene lo stesso costo, ci disse in consiglio, ma per chi? Non certo per il cittadino: mantiene lo stesso costo solo per il Comune. E’ stato fatto un elogio al cittadino che conferisce meno rifiuti indifferenziati, ma poi non gli si dice la verità. In consiglio ci hanno anche detto che sono quasi dieci anni che il costo rimane invariato, ma quando gli abbiamo portato i dati – presi ed estrapolati dalle delibere dal 2014 in poi, non dal libro di Pinocchio – l’assessore ha risposto che erano ‘dati di comodo e buttati lì’, come se fossero inventati. Ma i dati parlano chiaro, la matematica non è un’opinione”.

Critiche anche per il presidente Ciacci di Ascit: “Tutti questi dati furono snocciolati anche a lui, che prese appunti ma poi andò via senza dire una parola”.

“Non abbiamo mai avuto nemmeno una replica da Ascit – ha concluso Lunardi – invece ci sarebbe proprio piaciuta. L’unica cosa che dicono è che i cittadini di Capannori sono i più bravi del mondo a fare la raccolta differenziata, è vero e ne siamo felici, ma sono anche quelli che hanno preso più bastonate”.