Acquisto di Palazzo Boccella, è polemica a Capannori

1 luglio 2022 | 09:56
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Acquisto di Palazzo Boccella, è polemica a Capannori

Petrini (Fdi): “Il Comune dica perché deve sborsare altri 53mila euro”

“Palazzo Boccella: dopo aver speso oltre 3 milioni di soldi pubblici, l’amministrazione chiede di spenderne altri 53.000 per acquistarlo dalla Fondazione”. E’ polemica per l’operazione del Comune di Capannori.

Sul piede di guerra Matteo Petrini, consigliere comunale di Fratelli d’Italia, che mette nel mirino la  delibera approvata durante l’ultimo consiglio comunale con la quale l’amministrazione, dopo 20 anni, rientra in possesso del Palazzo Boccella.
“Venti anni durante i quali – continua Petrini – il Comune ha investito nel palazzo di San Gennaro oltre 3 milioni di euro. Contributi pubblici, soldi dei capannoresi in altre parole, spesi per la ristrutturazione dell’immobile, per finanziare eventi etc”.

“Dal 2002, la Fondazione palazzo Boccella ha gestito lo stabile con il duplice obiettivo di ristrutturarlo e di renderlo un centro internazionale – prosegue Petrini- Oggi, la Fondazione chiude i battenti e l’immobile, all’interno del quale si trova la scuola Made, torna di proprietà del Comune”.

“Alcune cose, però, non tornano – continua Petrini – Perchè l’esborso di 53.000 euro dopo aver già speso nel Palazzo oltre 3 milioni di euro? Ho rivolto poi tre domande all’assessore, senza ricevere alcuna risposta. Con la prima, chiedevo di riferire quali fossero le strutture collegate all’albergo diffuso Palazzo Boccella. Nessuna risposta. Con la seconda, chiedevo chi fosse il nuovo concessionario che avrà in gestione il palazzo e quali fossero le condizioni della concessione. Nessuna risposta. Con la terza – conclude Petrini – chiedevo a quanto ammontasse il canone annuale di locazione pagato dalla scuola “Made”. Anche qui, silenzio totale da parte dell’assessore”.

“Una discussione alquanto incompleta, insomma – conclude Petrini – che lascia molti dubbi e tanta insoddisfazione nei capannoresi. Dubbi che tenteremo di fugare ricorrendo all’accesso agli atti”.