Incendio alla Ds Smith, Picchi “Costi alti in termini economici, ambientali e sanitari”

10 agosto 2022 | 15:11
Share0
Incendio alla Ds Smith, Picchi “Costi alti in termini economici, ambientali e sanitari”

Il responsabile dei comitati ambiente della Piana: “Quali accorgimenti hanno preso e prenderanno questa e le altre cartiere per mettere in sicurezza potenziali focolai?”

Incendio alla Ds Smith, interviene Liano Picchi dei comitati ambientali della Piana.

“Abbiamo apprezzato il rapido intervento del sindaco Fornaciari – dice – nell’avvertire le famiglie del suo Comune dal potenziale rischio sanitario derivante dal vasto incendio delle presse da macero sui piazzali della Ds Smith. È vero che come prima autorità sanitaria gli competeva, ma c’erano altri suoi colleghi che avrebbero dovuto e si sono astenuti dal farlo. Abbiamo anche apprezzato il monito alle autorità competenti ad andare a fondo con rapide indagini visto che quest’incendio è il secondo nello spazio di pochi giorni. Non spetta a noi avanzare ipotesi, ma a questo punto resta poco credibile addurlo al caso fortuito”.

Quest’incendio è costato molto a tutti noi in termini economici, ambientali e sanitari – commenta Picchi – All’azienda, che molto probabilmente però sarà coperta da assicurazione, alla collettività per l’enorme impiego di vigili del fuoco per giorni e giorni, all’ambiente per l’enorme uso di acqua tanto preziosa in questi tempi e alla salute pubblica per le pericolose emissioni. Nel momento di massimo rischio per gli incendi dove si minacciano multe salate ai cittadini che non tengono puliti campi e cigli dalle sterpaglie, ci piacerebbe sapere quali accorgimenti hanno preso e prenderanno questa e le altre cartiere per mettere in sicurezza questi potenziali focolai ben più grossi e pericolosi delle sterpaglie. C’è personale a controllare? Esistono telecamere a circuito fisso che sorvegliano e possano far da deterrente, o quanto meno dare importanti elementi alle autorità competenti?”.

“Quello su cui – chiude Picchi – assolutamente non concordiamo con il sindaco è invece l’opera di ridimensionamento del rischio sanitario laddove afferma che “la carta che brucia non è un elemento tossico”. Primo perché sono proprio gli industriali della carta a dirci che nel macero sono presenti diverse sostanze di scarto, molte delle quali plastiche, che vanno poi a costituire il pulper. Secondo perché durante la combustione della cellulosa, ci dicono le fonti scientifiche e la stessa Arpat, si sprigiona levoglucosano, presente nelle polveri sottili. Per non parlare del benzopirene e molte altre sostanze tossiche e cancerogene che possono liberarsi dalle molte sostanze chimiche e colle presenti negli ormai svariati tipi di carta sul mercato”.