Subsidenza e qualità dell’aria, il comitato di Paganico ricevuto in prefettura

Una rappresentanza dei cittadini ha elencato i problemi che affliggono la comunità della frazione di Capannori
Il comitato di Paganico è stato accolto e ascoltato in prefettura.
Otto cittadini in rappresentanza del paese si sono recati a Palazzo Ducale per esporre i problemi che affliggono la comunità e la loro sfiducia verso le istituzioni
“Memori delle raccomandazioni che ci furono suggerite, molti anni fa, in occasione, della occupazione della via Chelini all’altezza dell’incrocio di Paganico – dicono i rappresentanti dei cittadini – abbiamo dato ascolto al consiglio dell’allora prefetto: prima di compiere azioni contro la legge cercare sempre un dialogo con le istituzioni. Ricordo che fummo spinti a quel gesto dalla sordità del Comune e della Provincia a cui, precedentemente, ci eravamo rivolti per risparmiare, dopo una serie di incidenti mortali, il tributo di sangue che il nostro paese pagava in termini di vite umane. Dopo l’occupazione della strada venne apposto un semaforo e da allora lo stillicidio di vite è cessato. Quello che non è cessato, ahimè, è il perdurare dello stato di continuo attentato alla qualità della sicurezza (subsidenza) e della salute per un’aria sempre più irrespirabile”.
“Per la subsidenza, anni fa la commissione grandi risch – dice il comitato – si stabiliva che il livello di falda non dovesse scendere sotto i 2,80 metri di profondità, per evitare eventuali collassamenti del terreno e quindi danni ad edifici e persone. Oggi abbiamo superato di oltre mezzo metro tale livello di guardia e non solo non sono stato presi provvedimenti seri e strutturali come la realtà esigeva, ma nemmeno altri minimali quali l’immissione di acqua nelle canalette come la commissione suggeriva. Continui rimpalli di competenze tra Comune e Consorzio stanno a dimostrare che a tutt’oggi non una sola goccia d’acqua è mai arrivata”.
“Per la qualità dell’aria ricordiamo che anni fa un apposito studio commissionato dal Comune di Capannori all’università di biologia di Livorno appurava nella nostra zona lo stato di deserto lichenico causato dall’inquinamento atmosferico. A questo proposito – conclude il comitato – si tengano presenti i continui sforamenti della qualità dell’aria, segnalati dalle centraline di rilevamento controllate dall’Arpat. Ebbene, in luogo di miglioramenti che avrebbero dovuto essere presi sono invece stati localizzati in zona un casello autostradale e uno scalo merci andando quindi ultriormente ad aggravare con un forte incremento del traffico veicolare. Come ciò non bastasse, si pensa ad un nuovo insediamento industriale molto energivoro e bisognoso di nuova acqua capace di trattare 10 mila tonnellate anno di pannoloni e pannolini. Tutto questo è stato esposto in prefettura dove abbiamo trovato attenzione e disponibilità all’ascolto, con l’augurio che, aver voluto seguire il consiglio datoci a suo tempo da un prefetto, serva veramente a sanare il grave gap di sfiducia verso quelle istituzioni che almeno in teoria dovrebbero invece difenderci”.