Piscina di Capannori, arriva l’affidamento in house. Lega: “L’amministrazione si assuma le responsabilità dei disagi provocati”

Il gruppo consiliare della Lega: “La delibera necessita di una seria riflessione. Le promesse finora non sono mai state mantenute”
Nella seduta di ieri (12 ottobre) il consiglio comunale di Capannori ha approvato la delibera per l’affidamento in house della gestione della piscina comunale alla società Capannori servizi totalmente partecipata dall’ente di Piazza Aldo Moro.
“L’affidamento in house – spiegano i consiglieri comunali della Lega Salvadore Bartolomei, Ilaria Benigni, Domenico Caruso, Giuseppe Pellegrini, Gaetano Spadaro e Bruno Zappia – significa che, di fatto, la struttura sportiva è gestita dal Comune per il tramite della sua società partecipata e, visti i disservizi degli ultimi due annie i disagi provocati ai cittadini,necessita di una seria riflessione”.
“L’esecuzione frazionata dei lavori in quattro lotti, il mancato rispetto dei cronoprogrammi, la scelta errata degli appaltatori, la decisione di non far eseguire i lavori necessari nel periodo di chiusura forzata a causa della pandemia hanno comportato i sei mesi di chiusura dell’anno 2021 a cui si aggiungono quelli da maggio di quest’anno con la riapertura prima prevista a settembre, poi slittata a dicembre mentre ora si parla di consegna dei lavori per gennaio 2023 per cui vi è ragione di ritenere che l’effettiva riapertura possa avvenire a febbraio 2023 nella migliore delle ipotesi. Ed è evidente – scrivono i consiglieri – che il mancato utilizzo farà subire ulteriori danni alla struttura come le infiltrazioni di umidità alle pareti e la rottura delle mattonelle della vasca a causa della falda acquifera sotterranea”.
“Sarebbe opportuno che l’amministrazione Menesini si assumesse la responsabilità dei disagi provocati ai cittadini senza cercare scuse infondate come quella delle presunte difficoltà nell’approvvigionamento dei materiali – proseguono – visto che le travi in legno da utilizzare nei lavori sono importate dall’Austria tenuto conto anche che le regole del buonsenso avrebbero imposto di chiudere l’impianto solo se vi era la certezza del contestuale inizio dei lavori in modo tale da rispettare i cronoprogrammi e limitare al minimo i disservizi. Inoltre, non possiamo esimerci dal rilevare che un serio programma di ammodernamento della struttura sportiva avrebbe dovuto prevedere necessariamente la collocazione di un impianto fotovoltaico anche nell’ottica del contenimento dei costi energetici”.
“Stando così le cose – affermano i consiglieri leghisti – sarà molto difficile rispettare il piano economico finanziario che prevede per il 2023 il ritorno all’utile e ai livelli di fatturato del 2019: infatti quelle previsioni del tutto irrealistiche non tengono conto del fatto che molte categorie di utenti, specie gli agonisti, si sono già rivolti ad altre strutture vicine e che, realisticamente, sarà difficile organizzare i corsi visto che molti istruttori qualificati sono andati a lavorare altrove. Il fallimento nella gestione della piscina comunale – concludono i consiglieri leghisti – si aggiunge a quello del palazzetto dello Sport e della cittadella con stadio e pista di atletica i cui lavori dovevano essere conclusi nell’estate del 2021 a dimostrazione che la promessa di dotare la città di impianti sportivi di massimo livello non è stata mantenuta dall’amministrazione Menesini”.