Cuccioli di lupo a San Ginese, l’appello degli esperti: “Non dategli da mangiare”

Presto un incontro per decidere se i lupacchiotti dovranno essere trasferiti in un rifugio
Da San Ginese di Compito, purtroppo, nessuna buona novità in merito alla storia dei due cuccioli di lupo che, ormai da mesi, vagano tra le case di via di Villa alla ricerca di cibo.
I due lupetti, rimasti senza branco, si sono infatti stabiliti in paese e, adesso, si troverebbero in serie difficoltà: dopo diverse segnalazioni, appelli sui social e l’arrivo di una squadra di pronto intervento, infatti, giorni fa si è scoperto che i due piccoli hanno la rogna e – proprio per questo motivo – sarebbero adesso ridotti all’osso, con poco pelo e molto fragili.
Nei giorni scorsi una biologa, insieme ai volontari dell’associazione Vega Soccorso, aveva anche posizionato una telecamera ad infrarossi in quello che era diventato il giaciglio dei due cuccioli, ovvero una capanna situata in via di San Ginese. Proprio lì, era stato messo anche del cibo con dei medicinali. La rogna, infatti, secondo quanto detto dagli esperti, è una malattia molto invalidante ma – se ben curata – è anche facile da mandare via.
Purtroppo però, forse spaventati dalla presenza degli essere umani, i piccoli – secondo le registrazioni della telecamera – non hanno più fatto ritorno alla loro “cuccia” e, quindi, non hanno ingerito i medicinali contenuti nel cibo. Tanti, infatti, i nuovi avvistamenti in paese, ormai a qualsiasi ora del giorno e della notte.
I piccoli, secondo le segnalazioni, si ciberebbero dei croccantini per gatti rimasti nelle ciotole fuori dalle abitazioni e del cibo che gli viene lasciato dai residenti della zona.
Questo, però, anche se voleva essere un gesto di buon cuore, è stato severamente vietato sia dalle associazioni di volontariato che dai biologi, che si sono uniti – insieme – in un appello disperato: “Non dategli da mangiare”.
Procurare del cibo a degli animali selvatici come i lupi, anche se così piccoli e in difficoltà, è infatti fortemente sconsigliato dagli esperti, sia per la vita degli animali che per quella della popolazione. Un vero e proprio rischio per la specie, che – per natura – fin dalla tenerissima età deve imparare a procacciarsi le prede, anche percorrendo lunghe distanze. Cosa che, i due cuccioli, non hanno mai imparato veramente a fare.
In queste ore le associazioni di volontariato stanno valutando il da farsi organizzando un briefing: solo dopo questo incontro si saprà se i due lupetti resteranno a San Ginese, curati dai volontari, o se dovranno essere trasferiti in un rifugio.