Sinistra Italiana: “Nella mobilità c’è già un cambio di passo, la politica che non lo comprende è miope”

Il documento: “Gli amministratori sposano un modello novecentesco che è già superato”
“Come ci muoveremo nel 2035? Secondo i nostri amministratori, in modo del tutto trasversale, ci muoveremo come nel novecento, secondo i calendari dettati dalla Commissione Europea, il 2035 sarà invece la fine della mobilità come l’abbiamo conosciuta fino ad oggi”. Il circolo della Piana di Lucca di Sinistra Italiana interviene sul tema della mobilità e boccia l’ipotesi delle grandi infrastrutture per auto e mezzi pesanti.
“Nuove prospettive tecnologiche e nuove abitudini, indicano già oggi, a chi ha una sufficiente apertura mentale per capirlo – si legge nel documento di Sinistra Italiana -, un cambio di passo che fa della mobilità intelligente una delle chiavi di volta per il futuro delle nostre città e delle politiche ambientali”.
“Mentre i nostri amministratori, rilanciano con determinazione il progetto dell’Asse viario Nord Sud, vecchio di 40 anni, esce una approfondita ricerca del Centro di Technology Foresight del Politecnico di Milano che, in linea con le direttive europee, indica le prospettive di mobilità futura possibile grazie ad un insieme di tecnologie dirompenti, come l’intelligenza artificiale – prosegue Sinistra italiana della Piana di Lucca -. Niente sarà come prima, ma vallo a dire ai nostri amministratori prigionieri del modello novecentesco, che, se avranno la forza e il coraggio di realizzare questa follia, più o meno taglieranno il nastro della fine dell’opera, con una pomposa cerimonia, attorno a questa data fatidica, quando l’Europa sarà da un’altra parte, ad un punto molto avanzato nella transizione verso modelli sociali e stili di vita più sostenibili”.
“Le innovazioni e le azioni strategiche, che permetteranno di realizzare un sistema di mobilità urbana più sostenibile nel 2035 sono orientate in tre direzioni – osserva Sinistra Italiana -: la prima, caratterizzata dal passaggio dalle automobili di proprietà ai servizi di sharing con servizi personalizzati, veicoli connessi e autonomi con piattaforme di mobilità multimodale; la seconda, dall’implementazione di un sistema di trasporto pubblico sia su ferro (metropolitane e tranvie elettriche) sia su gomma con veicoli pubblici intelligenti, flessibili, autonomi e connessi con un sistema multimodale di intelligenza artificiale per la pianificazione l’orchestrazione della mobilità per servizi su richiesta; la terza la promozione e il sostegno allo sviluppo di tutte le forme di mobilità alternative in sicurezza: biciclette, piccolo velocipedi elettrici, monopattini, spostamenti a piedi. Sarà necessaria anche una maggiore attenzione per adottare mezzi di trasporto e politiche in grado di soddisfare, la crescente domanda di mobilità di una società che invecchia”.
“Questo nuovo modello di mobilità del terzo millennio – si legge ancora nella nota – dovrà essere accompagnato da misure disincentivanti all’uso dell’auto privata, quindi questo richiede politiche che vanno in questa direzione, estendere a tutta la città murata ma anche nei centri urbani delle frazioni periferiche, isole pedonali, reti di piste ciclabili in sicurezza, interventi di riqualificazione delle periferie per progettare i quartieri secondo la nuova logica sostenibile dei quartieri 15 minuti, tutto, da ovunque, lavoro compreso. Liberare le nostre città dalle auto che creano caos, stress, inquinamento oggi è possibile, la progressiva fine del mito dell’auto in proprietà sarà facilitata anche dall’impossibilità di trasformare l’attuale enorme e insostenibile parco auto privato a diesel e benzina, con un parco auto elettrico di eguale dimensione, questa è una follia solo pensarlo, del tutto insostenibile. La velocità della transizione verso una mobilità del terzo millennio, dipende dalle scelte politiche e strategiche, che vengono compiute a partire da oggi, anzi meglio da ieri, come in tanti paesi hanno iniziato a fare, ma se si guarda alla Piana lucchese, ci prende lo sconforto, il dibattito è praticamente bloccato da quaranta anni, tutto e solo sugli assi viari, che poi ne è rimasto uno, il nord/sud e con pochi soldi. Altri paesi europei procedono veloci come la lepre, i nostri amministratori, quando va bene, camminano con la velocità della lumaca, quando non pretendono testardamente di fermare il tempo al loro piccolo sogno antico degli assi viari“.