Piana di Lucca, la proposta per un unico gestore idrico: “Tariffe più basse e servizi migliori”

Il gruppo Quelli che l’acqua…unisce: “E’ giunto il momento di rimettere insieme i cocci”
“Tariffe più basse, servizi migliori e controlli certi sul consumo della risorsa idrica, se la Piana di Lucca sarà riunita in un unico gestore idrico”. E’ la proposta che fa il gruppo Quelli che l’acqua…unisce.
“La competenza è regionale – ricordano dal gruppo – , mentre la richiesta può arrivare da tutti i Comuni che si affacciano sul fiume Serchio, quindi non solo quelli della Piana Lucchese. Si tratta di un processo che può avere una durata di qualche semestre e non urta con la possibile richiesta che abbiamo letto sulla stampa del Comune di Lucca, di chiedere una proroga biennale della concessione di Geal spa”.
“Da noi, in modo responsabile – spiega il gruppo – si era già provveduto con la Legge Galli sulla tutela e uso delle risorse idriche, basta ricordare i primi 3 articoli: tutte le acque superficiali e sotterranee, ancorché non estratte dal sottosuolo, sono pubbliche e costituiscono una risorsa che è salvaguardata ed utilizzata secondo criteri di solidarietà; Qualsiasi uso delle acque è effettuato salvaguardando le aspettative ed i diritti delle generazioni future a fruire di un integro patrimonio ambientale e, infine, gli usi delle acque sono indirizzati al risparmio e al rinnovo delle risorse per non pregiudicare il patrimonio idrico, la vivibilità dell’ambiente, l’agricoltura, la fauna e la flora acquatiche, i processi geomorfologici e gli equilibri idrologici”.
“E la legge – prosegue il gruppo – non dettava solo principi astratti, bensì dettava norme precise, vincolanti per le Regioni. I servizi idrici sono riorganizzati sulla base di ambiti territoriali ottimali delimitati secondo i seguenti criteri: rispetto dell’unità del bacino idrografico o del sub-bacino o dei bacini idrografici contigui, tenuto conto di quanto già previsto precedentemente; superamento della frammentazione delle gestioni e, come ultimo punto, il conseguimento di adeguate dimensioni gestionali, definite sulla base di parametri fisici, demografici, tecnici e sulla base delle ripartizioni politico-amministrative”.
“Purtroppo – aggiungono – la legge regionale Toscana 81 del 1995 non rispettò lo spirito della legge Galli, chissà cosa altro ispirò il legislatore regionale che divise il Serchio in due Ambiti Territoriali Ottimali, una scelta che di ‘ottimale’ non ha proprio niente e che stride e contrasta ad evidentiam con le disposizioni nazionali (il capoluogo, la Mediavalle, la Garfagnana e la Versilia erano, e sono, da una parte nel cosiddetto Ato 1 Toscana Nord e i Comuni della Piana tra cui Capannori e Porcari nel cosiddetto Ato 2 Basso Valdarno. Una strategia che fortunatamente non è stata applicata nella costituzione dei Consorzi di Bonifica: Lucca, Piana, Versilia, Garfagnana e Massa hanno un unico consorzio di bonifica, come noto”.
“Senza voler ripercorrere i precedenti storici e le varie esperienze positive o negative accumulate – scrivono – a noi sembra di essere giunti ad un periodo storico che permetterebbe di rimettere insieme i cocci e guardare al futuro con un po’ di ottimismo e soprattutto con una prospettiva di interesse per i cittadini configurando una gestione del servizio idrico integrato, che porterebbe sicuramente a tariffe più basse ed economie di scala nella gestione delle risorse, nel rispetto delle richieste di tutela della risorsa idrica che arrivano da ogni livello istituzionale”.
“Un solo gestore che controlli l’utilizzo civile ed industriale della risorsa acqua, il ‘petrolio degli anni duemila’, di cui la Piana lucchese è così ricca – commenta il gruppo – Come è possibile che la Piana di Lucca continui ad avere due gestori diversi? E’ contrario a qualsiasi logica, politica, sociale, aziendale. Forse non tutti sanno che le fognature di alcune frazioni di Lucca si depurano al depuratore di Capannori (Casa del Lupo) e che esistono impianti acquedottistici pubblici in uso comune ai due gestori. Con forza – concludono – auspichiamo che inizi un confronto pubblico, trasparente, tra gli amministratori dei sei Comuni della Piana finalizzato all’interesse dei cittadini e alla tutela della risorsa acqua. Noi, se richiesti, non faremo mancare le nostre proposte concrete e le nostre conoscenze”.