Sofidel scende in campo per la protezione della biodiversità e dei popoli dell’Amazzonia

23 maggio 2023 | 18:37
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Sofidel scende in campo per la protezione della biodiversità e dei popoli dell’Amazzonia

La partnership con Suzano ha l’obiettivo di valorizzare la collaborazione lungo la catena di fornitura per aumentare l’impatto positivo a livello ambientale e socio-economico

Si è tenuta oggi (23 maggio) – proprio dopo la Giornata mondiale della biodiversità – la tavola rotonda di Sofidel, azienda italiana tra i leader mondiali nella produzione di carta tissue, e Suzano, uno dei principali produttori brasiliani di polpa di cellulosa, per la presentazione del progetto di sviluppo di corridoi di biodiversità, ripristino degli habitat e supporto alle comunità locali.

Un’iniziativa – dal titolo Togheter we plant the future – che ha voluto dimostrare il valore della collaborazione nella catena di fornitura per favorire lo sviluppo sostenibile in aree del mondo come l’Amazzonia.

L’evento – presentato dalla giornalista Chiara Giallonardo –  è stato realizzato in collaborazione con IABS, Instituto Brasileiro de Desenvolvimento e Sustentabilidade, e l’associazione Amazonia onlus.

Il progetto

Grazie a questa partnership, l’investimento di Sofidel consentirà di sviluppare modelli di business sostenibili che potranno essere adottati dalle comunità che vivono a ridosso della foresta pluviale, migliorandone al contempo la sicurezza alimentare e la qualità nutrizionale. Nella prima fase, il progetto aiuterà a far uscire dalla soglia di povertà circa 1.400 famiglie di agricoltori attraverso progetti per la generazione di reddito, tra cui l’aumento della produttività agricola, l’apicoltura e la coltivazione e commercializzazione di specie autoctone come le bacche di açaí e le noci di cocco babassu.

Together we plant the future finanzierà poi la creazione di un importante corridoio di biodiversità per mettere in collegamento aree di foresta intatte all’interno di un’area di 2.210 chilometri quadrati ad alto valore ecologico, a cavallo del confine tra gli Stati brasiliani di Maranhão e Pará.

Ciò si concretizzerà attraverso la combinazione tra il ripristino degli habitat naturali e i sistemi agroforestali sostenibili, contribuendo all’obiettivo a lungo termine di Suzano di creare corridoi di biodiversità che colleghino mezzo milione di ettari (5mila chilometri quadrati) di aree prioritarie nei biomi amazzonico, della foresta atlantica e del Cerrado del Brasile entro il 2030 – un’area equivalente a più di 700mila campi da calcio.

Il corridoio di biodiversità andrà a beneficio di una serie di specie autoctone della regione che subiscono l’impatto della frammentazione degli habitat. Tra queste, il giaguaro (Panthera onca), l’araçari collorosso (Pteroglossus bitorquatus), il tucano scanalato (Ramphastos vitellinus), il tapiro sudamericano (Tapirus terrestrius), la scimmia tamarina dalle mani nere orientale (Saguinus ursulus), l’aluatta dalle mani rosse (Alouatta belzebul) e il chiropote satanasso (Chiropotes satanas), molte delle quali sono attualmente considerate vulnerabili e a rischio di estinzione.

A rompere il ghiaccio, con un po’ di commozione, Andrea Piazzolla, chief purchasing officer di Sofidel: “Questo è uno dei progetti più belli ai quali abbia mai partecipato – ha commentato – Da sempre ci impegniamo in modo concreto anche nel sociale e cercheremo di aiutare le popolazioni dell’Amazzonia a sostenere un’autonomia agricola più sostenibile. A loro volta ci aiuteranno a preservare questa parte di territorio ad oggi degradata. Collaboriamo con Suzano da circa vent’anni, all’inizio era un medio produttore proprio come Sofidel. Oggi siamo cresciuti entrambi condividendo gli stessi valori. Questo sicuramente è solo un primo passo ma speriamo di essere di esempio a tanti altri per creare un futuro migliore per il pianeta e per tutti coloro che ci vivono”.

Collegato online da Brasilia anche Eric Sawyer, presidente del Consiglio deliberativo Iabs e coordinatore del progetto: “Sono veramente molto grato che Sofidel abbia deciso di iniziare questa avventura con noi, insieme possiamo davvero creare un futuro migliore – ha detto – Siamo onorati di prendere parte a questo progetto e ne siamo anche debitori perché ci permetterà di raggiungere risultati davvero eccelsi. Per oltre venti anni ci siamo impegnati per il pianeta e le persone, analizzando cosa funziona e cosa no. Sicuramente tra i problemi delle popolazioni dell’Amazzonia c’è quello dei giovani che – come capita in molte altri parti del mondo – per cercare fortuna abbandonano le aree rurali che poco a poco diventano sempre più abbandonate. Un problema, questo, che provoca disagi anche nei centri urbani. Se vogliamo rovesciare questa tendenza – o almeno limitarla – dobbiamo concentrarci sulle persone e permettere loro di restare nelle aree rurali, rendendole più vivibili e attrattive. Vogliamo che ci sia piena trasparenza quindi pubblicheremo dei report online per mostrare tutto ciò che faremo”.

Collegata dalle foreste dell’Amazzonia anche Emanuela Evangelista, biologa della conservazione e attivista ambientale dell’associazione Amazônia Onlus: “Oggi l’Amazzonia è abitata da circa 47 milioni di persone, in continuo aumento. E’ importante saperlo perché le persone pensano che qua ci siano solo foreste. I villaggi sono abitati per lo più da popolazioni indigene e il nostro obiettivo è quello di fornire loro alternative di reddito.  La popolazione ha gravi problemi di povertà, oltre la metà di loro vive infatti sotto la soglia e tende – per questo – ad abbandonare le aree rurali per cercare una migliore qualità di vita che, poi, non trova nemmeno nei centri urbani. Le popolazioni indigene sono le prime guardiane e custodi della foresta quindi questi spostamenti non fanno bene né all’Amazzonia né a nessuno. Questo luogo ha bisogno di azioni come questa e della partecipazione di tutti”.

Presente anche Paulo Chaer Borges, managing director di Suzano: “I nostri progetti ci permettono sempre di capire cosa succede e in tal modo riusciamo a creare programmi particolari per ogni esigenza di questi popoli. Abbiamo già dato il via a migliaia di corridoi, il nostro obiettivo è quello di togliere dalla povertà 200mila persone. In questi ultimi anni abbiamo piantato oltre un milione di alberi, creando ben 1,6 milioni di ettari e oltre un milione di piantagioni. Abbiamo portato avanti una ricerca per capire quale fosse la specie di pianta più resiliente in questa area del mondo. Oggi il 60 per cento delle piantumazioni è Eucalipto. Resteremo qui a lungo termine per fare un lavoro ottimale”.

“Le imprese possono cambiare il mondo in meglio, ma non possiamo farlo da soli. Se lavoriamo insieme possiamo amplificare il nostro impatto. Ecco perché siamo entusiasti di collaborare con uno dei nostri maggiori clienti, Sofidel, per accelerare i primi promettenti impatti che abbiamo riscontrato nei nostri programmi di sostenibilità sociale e ambientale – ha concluso – Dando autonomia economica e potere finanziario alle comunità che vivono in prossimità di aree ad alto valore ecologico, possiamo combattere la povertà come una delle cause principali della deforestazione, incentivandole al tempo stesso a proteggere e ripristinare gli ecosistemi. Ci auguriamo che questa collaborazione possa dimostrare il potere di lavorare insieme lungo tutta la catena di fornitura, per creare un cambiamento positivo”.