Futuro della ProGest, i sindacati ottengono un tavolo regionale

L’allarme dei rappresentanti dei lavoratori: “Investimenti a singhiozzi e lavorazioni a rilento”
“Alla ProGest di Altopascio, ex-Ondulati Giusti, azienda un tempo leader in Italia per la produzione e commercializzazione dei fogli di cartone, si lavora sempre meno”. A dirlo sono Slc Cgil, Fistel Cisl Toscana e la Rsu dell’azienda che hanno chiesto e ottenuto alla Regione l’apertura di un tavolo di confronto fra rappresentanti dei lavoratori e vertici aziendali.
“Il rallentamento dell’attività produttiva iniziato nell’autunno scorso – scrivono le sigle -, quando era stata richiesta una prima tranche di 13 settimane di cassa integrazione, è incrementato in questa prima metà del 2023 e la nuova richiesta di cassa integrazione di altre 13 settimane ha inaugurato un periodo di ulteriore forte diminuzione dei turni, tanto che, da alcune settimane, lavora quasi esclusivamente solo una macchina ondulatrice delle 2 presenti con una buona metà del personale collocato a casa con un’integrazione salariale molto ridotta rispetto a quello che sarebbe lo stipendio reale. E non sembra esserci cenno di ripresa, per quest’azienda il cui andamento negativo rappresenta un’eccezione rispetto a quello degli altri concorrenti del packaging, che pure riducono alcuni turni lavorativi, ma non in maniera così marcata come sta avvenendo qui”.
“I lavoratori – proseguono i sindacati – sono fortemente preoccupati, anche perché nessuno dell’azienda fornisce spiegazioni o informa di come il Gruppo pensa di uscire da questa fase prolungata di riduzione dell’attività produttiva e delle vendite. La sensazione che ne ricavano i dipendenti è di sbando e, a loro volta, si sentono sbandati. Non bastano più le notizie annuali sui risultati di bilancio con la rendicontazione delle centinaia di migliaia di euro di fatturato che vengono sventolate e riportate nella rivista che prontamente viene consegnata a tutti i dipendenti. Anche perché poi vengono fuori altre notizie, come quelle recenti apparse sulla stampa locale di altri territori che parlano addirittura di divergenze su indirizzi strategici in seno alla famiglia che avrebbero portato il figlio di Bruno Zago, Francesco, a dimettersi dalla carica di amministratore. Inoltre, sempre più insistenti si fanno le notizie su possibili vendite (tutto il blocco delle aziende, vendite singole di stabilimenti?) e di interessamenti da parte di gruppi industriali”.
“Gli investimenti – si legge nella nota sindacale – vanno poi avanti a singhiozzo con lunghi intervalli di inattività. Quello su cui vediamo l’azienda concentrata è sul non dare risposta alle nostre richieste anche su temi banali come la gestione delle comunicazioni tra personale e ufficio risorse umane, visto che è stato deciso di rimuovere la posizione lavorativa dell’impiegato che ricopriva quel ruolo, o sull’acquisto degli indumenti da lavoro le cui scorte sono terminate. I turni produttivi vengono comunicati sempre all’ultimo, talvolta solo per messaggio, di recente anche col passaparola. La causa promossa dall’azienda contro i suoi dipendenti sul pagamento di un istituto contrattuale, riconosciuto come dovuto anche dall’Ispettorato del lavoro, si trascina in tribunale, così come si trascina la disdetta degli accordi aziendali, con tutto quel che ne consegue per i lavoratori e il loro stato d’animo. È questa una situazione normale che può essere accettata per come è? C’è forte preoccupazione e non si sta bene dentro una situazione come questa, senza riferimenti e dalle prospettive incomprensibili”.
“Non c’è però la voglia di accettare passivamente questa condizione – avvertono le sigle -. E’ per questo che abbiamo iniziato già da tempo un’azione di sensibilizzazione di tutto il distretto cartario sui problemi di questa realtà produttiva, anche per le scelte che vengono fatte e forte è la solidarietà che sta emergendo come la disponibilità a dare una mano alle lotte sindacali
portate avanti da questi lavoratori e lo si è già visto dalla partecipazione di molti delegati sindacali e di lavoratori del Distretto cartario al presidio organizzato proprio in concomitanza della prima udienza per il processo promosso dall’azienda. Come non c’è voglia di subire passivamente questa condizione: abbiamo chiesto da tempo l’interessamento delle amministrazioni locali alle nostre vicende e abbiamo riscontrato interesse e disponibilità a farsi parte attiva, anche perché una crisi lavorativa e occupazionale di questa azienda non sarebbe un fatto irrilevante per il tessuto economico e produttivo locale e per l’occupazione che determina. Proprio all’interno di questo percorso, recentemente, abbiamo chiesto un incontro anche alla Regione, la quale ha prontamente dato la sua disponibilità a lavorare per metterci insieme all’azienda attorno ad un tavolo per fare chiarezza”.