Del Carlo: “Sul futuro di Acque e della gestione della risorsa idrica si apra un dibattito pubblico”

Il circolo del Pd invita l’amministrazione ad un confronto pubblico
Sul futuro di Acque spa e su quello della gestione dell’acqua di area vasta è necessario aprire un dibattito pubblico, a cominciare dal livello comunale. E’ quanto suggerisce Mirco Del Carlo, presidente del Circolo Pd di Villa Basilica.
“Di recente – si legge nella sua nota – sugli organi di comunicazione stiamo assistendo ad uno scontro ideologico sulla multiutility, con questa parola viene sinteticamente definita la società che nell’area centrale della regione Toscana gestisce sia il ciclo dell’acqua sia il ciclo dei rifiuti, appunto. Lo scontro è legato al sistema di reperimento dei finanziamenti: se la società si deve quotare in borsa, o se deve procedere con altri tipi di raccolta fondi; e qui le proposte possono essere varie. Questa cosa per il momento teniamola a mente, perché il territorio interessato non riguarda Villa Basilica”.
“Contemporaneamente, molto più in sordina – prosegue -, si assiste ad uno scontro per la presidenza e la nomina dei consiglio di amministrazione della società Acque spa che gestisce il ciclo delle acque (emungimento dai pozzi, distribuzione, depurazione) anche del comune di villa Basilica, come sappiamo benissimo, in quanto gli paghiamo le bollette. Ecco concentriamo su questo fatto: il territorio in cui opera la società Acque spa comprende: tutta la Valdinievole e alcuni comuni della piana di Lucca, per la parte a nord del fiume Arno, mentre per la parte a sud dell’Arno comprende dei comuni della provincia di Pisa e di Firenze per un totale di 55 comuni tra grandi e piccoli. Un territorio ampio, con moltissimi abitanti, la cui maggioranza è posta a sud dell’Arno; mentre la maggior parte dei pozzi di prelievo dell’acqua è posta a nord dell’Arno, in particolare un quarto di detti pozzi è in Valdinievole, area nella quale sia geologicamente che storicamente ricade il comune di Villa Basilica. La società Acque spa è una società mista pubblico privata, dove nel Consiglio di amministrazione la maggioranza è pubblica: 5 consiglieri a 4, e la quota pubblica nomina il presidente. La nomina del presidente se la stanno disputando i comuni delle aree pisane da una parte ed empolesi dall’altra tramite le rispettive partecipate pubbliche, e ovviamente la parte privata non sta a guardare perché è interessata direttamente. Ora siccome c’è chi parla di estendere il modello multiutility fiorentino agli altri ambiti della regione, se non addirittura di fare una sola multiutility regionale, la questione Acque spa non è marginale, neppure per il comune di Villa Basilica che ovviamente in Acque spa conta poco, da solo, come tutti i piccoli comuni, però se messi assieme, ad esempio i piccoli comuni della Valdinievole, posso avere un peso e non da poco, ricordo che un quarto dei pozzi di Acque è in Valdinievole, dove forse c’è la migliore acqua del comprensorio come qualità. I posti per la parte pubblica sono pochi, 5 consiglieri, ma come vengono decisi? Villa Basilica da chi dei 5 è rappresentato? Il sindaco di Villa Basilica che voto esprime? Il consiglio comunale che delega gli ha dato? Perché mentre il sindaco e il relativo consiglio sono pro tempore nel senso che hanno una durata temporale limitata, (e ormai breve), le decisioni che prende avranno effetti sul futuro di tutto la popolazione. Possibile che su questi temi non ci sia un dibattito politico pubblico? Che so, un consiglio comunale tematico fatto in orario accessibile a tutti, in modo da condividere le scelte. E magari il dibattito pubblico allargarlo anche all’ambito territoriale della Valdinievole, ma anche all’intero territorio a nord dell’Arno, in modo da poter condividere una opinione per far sì di contare di più, come avviene per l’area della toscana centrale citata all’inizio, dove venti comuni della piana fiorentina e del Mugello hanno siglato un patto e votano coesi, in modo che il singolo 1% di ognuno valga molto quando si vota. È questo il modello di “fare politica” che ci piace, la politica dell’ascolto, della condivisione, del creare comunità, prima nel nostro comune ed estendere il dibattito e l’incontro politico su temi comuni alle aree a cui apparteniamo, politicamente e geograficamente”.