Zappia: “L’indagine sulla qualità della vita a Capannori? Solo propaganda della sinistra”

Il consigliere del gruppo misto mette nel mirino il sondaggio
“Analizzando i risultati del sondaggio commissionato dall’amministrazione Menesini mi viene proprio da dire che quando il potere cerca di comprarsi anche il consenso forse è un po’ in difficoltà”. Lo dice il consigliere comunale del gruppo misto Bruno Zappia, riferendosi all’indagine sulla qualità della vita nel comune.
“Del resto – prosegue – la maggioranza capannorese si e già molto impegnata a conquistarsi quasi tutte le associazioni cooperative del territorio (un po’ meno le aziende) distribuendo loro sedi gratuite e servizi in gestione per avere il massimo della disponibilità. E questi dati così favorevoli, probabilmente lo dimostrano. Come sono stati scelti questi 820 intervistati? Attenzione non risulta fatto nessun sondaggio di tutta la collettività capannorese. Perché la giunta in carica non ha mai contestato i tanti articoli usciti, a mia firma, sulle gravi problematiche esistenti? Perché non ci sono argomenti che reggono?”.
“Così, a 6 mesi dall’appuntamento elettorale – prosegue Zappia -, i vertici di sinistra hanno preferito di riqualificarsi, ‘acquistando’ con i soldi pubblici un pacchetto di consensi utili a farsi propaganda, incaricando una società di Trapani e pagandola 41.821,60 euro. Fosse stata un iniziativa seria, avrebbero dovuta organizzarla semmai a metà mandato per conoscere la realtà operativa sul territorio e magari impegnarsi ad intervenire per migliorarla ma così sembra una convenienza di parte. La sinistra capannorese si è già servita, in passato, di iniziative simili. Tuttavia la situazione generale che oggi abbiamo intorno è molto peggiorata da allora. Inoltre per rimanere sui dubbi di affidabilità delle interviste, non mi pare ci sia stata nemmeno una garanzia di anonimato, visto che i sondaggi risultano proposti per email e tramite telefono, fisso o cellulare, con dunque ben preciso referente conosciuto e contattato. Inoltre, nelle domande poste si chiedevano pure dati personali legati alla frazione di residenza, all’età, al titolo di studio posseduto e, addirittura un parere sul sindaco e sugli assessori. Molte persone temono conseguenze a loro carico se esprimono criticità e quindi preferisco tutelarsi con ‘un va bene’. Insomma politicamente sono sempre più convinto dell’opportunità di unirsi, con determinazione e intelligenza, in un gruppo aperto e serio, in grado di contrastare ideologie di potere, che, ormai da 20 anni, regalano al comune di Capannori soprattutto apparenze, per convenienza propria, toppe sul territorio e buchi in bilancio”.