Debiti fuori bilancio, Zappia (gruppo misto): “Comune condannato a pagare i lavori alla ditta che ha rescisso il contratto”

Il consigliere di opposizione: “Tanti dubbi sull’iter del cantiere per la Francigena Greenway”
Debito fuori bilancio in Consiglio, il consigliere del gruppo misto Bruno Zappia solleva dubbi sull’iter che ha fatto emergere la situazione.
“Il debito fuori bilancio di complessivi 104709.35 euro del quale occorrerebbe approvarsi in consiglio comunale la legittimità, contiene un trascorso confusionale notevole, di cui si apprendono le varie fasi leggendo la sentenza 1335 emessa dal giudice del tribunale di Lucca lo scorso 1 dicembre – spiega – Innanzi tutto il progetto di realizzazione, lungo il percorso storico della Francigena Greenway approvato nel 2016 venne sottoposto a gara mediante procedura negoziata e i relativi lavori furono affidati alla ditta Novatech Srls che aveva offerto un ribasso di ben 30,86 per cento, portando così il costo di partenza pari a 417722.36 euro (comprensivo di oneri per la sicurezza) ad un netto di 276832.17 più 17329.25 euro per oneri di sicurezza e Iva al 10%. Visto che questa offerta rappresenta una proposta anomalaè più che palese che il controllo sui lavori, partiti a fine agosto 2017, avrebbe dovuto essere particolarmente attento e costante. Non lo è stato affatto. Lo dimostrano le varie revisioni contabili mal gestite, le sospensioni dei lavori, peraltro in ritardo sui termini contrattuali, lo stesso stato di abbandono nel quale, ad un certo punto, s è trovato il cantiere. Tutto ciò finché, nel settembre 2019, l’impresa contestava i rapporti in essere con il Comune di Capannori e si scioglieva dal contratto di appalto andandosene più o meno come l’altra ditta ha fatto, poco dopo, nella piscina comunale. Da lì inizia la causa, conclusasi come sappiamo, non certo favorevolmentre per il Comune. Questo però che più indigna il sottoscritto è la “leggerezza”del comportamento tenuto sia dal Rup sia dal direttore dei lavori, nel corso di questa vicenda“.
“Leggendo – spiega Zappia – emerge con frequenza un discutibile atteggiamento dei tecnici di parte pubblica (il comune appaltante). Quando non ci sono o non rispondono alle richieste della ditta, quando fermano i lavori perché bisogna predisporre e fare approvare una perizia di variante che poi non arriva o arriva troppo tardi, rallentando comunque i tempi di lavoro della ditta. Quando poi non viene pagato il dovuto, secondo lo stato di avanzamento dei lavori peraltro accettato. Si finisce così per definire un quadro nel quale il torto maggiore deriva dalla negligenza, più o meno implicita. Mi chiedo pure se ciò dipenda anche dall’aver dato e pagato l’incarico esterno di direttore dei lavori proprio ad un ingegnere che, dirigente comunale di ruolo anni fa, si era appunto licenziato per importanti situazioni di operatività professionale Con una sentenza come la 1335 dove il giudice riconosce sostanzialmente piena ragione alla ditta, attribuendo il diritto a riscuotere il compenso più interessi per i lavori effettuati ed aggiunge i due terzi delle spese di lite, si dovrebbe parlare piuttosto anche di qualcos’altro: dalla probabile esistenza di un danno all’erario che ferisce le finanze pubbliche alla volontà politica di recuperare questo debito fuori bilancio attraverso chi ha “presumibilmente” contributo a determinarlo“.