Capannori popolare: “Per combattere la discriminazione realizziamo il bilancio di genere”

8 marzo 2024 | 14:53
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Capannori popolare: “Per combattere la discriminazione realizziamo il bilancio di genere”

La proposta lanciata in occasione dell’8 marzo: “La violenza non si arresta con le iniziative al femminile, ma con la piena attuazione dei diritti delle donne”

“Per combattere la discriminazione realizziamo il bilancio di genere”. È questa la proposta lanciata da Capannori Popolare in occasione dell’8 marzo.

“La politica, da sempre, guarda alla discriminazione di genere solo quando è troppo tardi – spiegano -. Ci si dispera di fronte all’ennesimo femminicidio o casi di violenza, si fanno iniziative che celebrano l’identità femminile, ma non si investe seriamente nella lotta alla discriminazione. Capannori Popolare si impegna a trattare ogni tema programmatico da un punto di vista di genere. Parlare di mobilità, servizi e occupazione in un’ottica di genere significa tener conto della condizione e delle difficoltà vissute dalle donne nel muoversi liberamente sul territorio, nel gestire il lavoro di cura, in rapporto alle proprie aspirazioni ed esigenze di indipendenza economica. Significa contrastare le condizioni socioeconomiche oggettive che favoriscono la violenza di genere. Per questo proponiamo di istituire – e realizzare seriamente, come raramente accade laddove già esiste – il bilancio di genere. Si tratta di uno strumento indispensabile per produrre una fotografia chiara della condizione delle donne nel capannorese, della loro dislocazione nel territorio, della loro situazione occupazionale, e delle realtà di marginalità e di eventuale dipendenza economica (condizione che rende pressoché impossibile uscire da situazioni di violenza domestica)”.

“Non solo: il bilancio di genere aiuta anche a riconoscere e valutare gli effetti potenzialmente discriminatori delle politiche amministrative – proseguono -. A questo studio, però, devono seguire i fatti. Troppe volte anche il bilancio di genere si limita a rendere conto della parità di genere negli organi amministrativi o delle iniziative di contrasto alla violenza, finendo per diventare l’ennesimo accessorio rosa pallido a coprire un sostanziale disinteresse della politica amministrativa. Questo strumento è utile solo se accompagnato dalla volontà politica di prendere impegni economico-finanziari volti alla valorizzazione e incremento dei servizi – rispetto alla cura, al trasporto locale pubblico, ai servizi educativi che permettano alle donne di liberare tempi e spazi -, nonché interventi mirati di educazione di genere per giovani e adulti e sostegno puntuale ai percorsi di fuoriuscita dalla violenza. La violenza non si arresta con le iniziative al femminile, ma con la piena attuazione dei diritti delle donne“.