Lavoro, Capannori Popolare lancia la ricetta: “Stop alla logica del profitto”

3 maggio 2024 | 11:02
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Lavoro, Capannori Popolare lancia la ricetta: “Stop alla logica del profitto”
Lavoro, Capannori Popolare lancia la ricetta: “Stop alla logica del profitto”
Lavoro, Capannori Popolare lancia la ricetta: “Stop alla logica del profitto”

La lista della candidata sindaca Gini: “Necessario introdurre un vero salario minimo”

Ieri sera (2 maggio) alla Casa del Popolo di Verciano si è tenuto l’incontro pubblico Giù le armi, su i salari promosso dalla lista Capannori Popolare, con gli interventi della candidata sindaca Nicoletta Gini, del portavoce nazionale di Potere al Popolo Giuliano Granato, del responsabile nazionale del lavoro di Rifondazione Comunista Antonello Patta e del segretario provinciale del Partito Comunista Italiano Paolo Annale.

L’iniziativa seguiva la manifestazione nazionale del primo maggio a Firenze indetta dal coordinamento Ogni giorno è primo maggio per denunciare le oltre mille morti sul lavoro all’anno, proprio nella città dove la mattina del 16 febbraio si è verificata l’ennesima strage sul lavoro in un cantiere Esselunga, con 5 morti e 3 feriti gravi.

“Sono state evidenziate – si legge in una nota di Capannori Popolare – le responsabilità politiche dei governi di centro sinistra e di centro destra che negli ultimi trenta anni hanno smantellato diritti e tutele dei lavoratori seguendo i diktat di multinazionali e classe imprenditoriale per perseguire ad ogni costo il risparmio nei tempi, nelle forniture, nelle dotazioni di sicurezza e la massimizzazione dei profitti, sdoganando il marcio sistema di appalti e subappalti e il precariato. È urgente, quindi, introdurre il reato di omicidio sul lavoro, rompere il sistema degli appalti che ha il solo scopo di aggirare i diritti sui posti di lavoro, ma anche fermare il progressivo smantellamento degli ispettorati del lavoro, dirottando le spese militari per rifinanziare e potenziare il sistema di controlli e di sicurezza sui luoghi di lavoro”.

“È ora – prosegue Capannori Popolare – di introdurre un vero salario minimo di almeno 10 euro l’ora agganciato all’inflazione, portato in Parlamento con una legge di iniziativa popolare sostenuta da oltre 70mila firme lo scorso novembre ma colpevolmente ignorata fino ad oggi in Commissione lavoro al Senato dalle forze politiche di centro destra e centro sinistra. Salario minimo, reinternalizzazioni e osservatorio permanente sulla sicurezza nei luoghi di lavoro sono al centro anche del programma di Capannori Popolare, trattandosi di ambiti su cui anche i comuni possono agire concretamente, non con semplici iniziative di propaganda elettorale, come successo di recente a Firenze e a Napoli, ma con la reale volontà politica di garantire le migliori condizioni possibili ai lavoratori e alle lavoratrici dell’amministrazione comunale e a coloro che lavorano in appalto e subappalto per il comune”.