Impianto a Salanetti, il caso finisce in Parlamento

11 maggio 2024 | 13:31
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Impianto a Salanetti, il caso finisce in Parlamento

Il deputato Fdi Zucconi valuta la presentazione di un’interrogazione: “Va fermato un possibile scempio, inaccettabile e illegittimo anche l’iter seguito”

“Fermare un potenziale scempio”. Sono le parole che il deputato e segretario di presidenza alla Camera di Fratelli d’Italia Riccardo Zucconi utilizza per definire la piattaforma per il trattamento dei pannolini che l’amministrazione uscente di Capannori vorrebbe realizzare a Salanetti.

“Premetto che la logica della polemica o della protesta a prescindere non mi piace. Dunque ho voluto documentarmi e chiedere risposte precise a chi contesta l’impianto di Salanetti  ma più approfondisco e più realizzo che troppe cose non tornano. Ricapitoliamo – osserva Zucconi -: nello scorso mese di marzo su richiesta ufficiale di Reti Ambiente, la Regione Toscana ha autorizzato nel silenzio generale un impianto per il trattamento di ben 10mila tonnellate annue di lavorazione e recupero dei prodotti assorbenti e per l’igiene personale in Località Salanetti a Capannori”.

Riccardo ZucconiIl deputato Fdi, Riccardo Zucconi

“Ci sono stati incontri ed un Consiglio comunale aperto – prosegue – ma ancora manca un confronto serio e trasparente ed una risposta chiara da parte soprattutto del candidato sindaco Giordano Del Chiaro su come sarà affrontata in primis la questione dell’impatto sull’ambiente e sulla comunità locale. Uno dei maggiori rischi associati agli impianti di smaltimento di questi prodotti infatti è la potenziale contaminazione del suolo e delle risorse idriche, dato che come è noto agirà come una lavatrice: oltre a prospettarsi l’utilizzo di grandi quantità di acqua potabile, i rifiuti provenienti dai pannolini possono contenere sostanze chimiche dannose (Pfas) e batteri nocivi, nonché addirittura residui radioattivi e possono anche infiltrarsi nel terreno e raggiungere le falde acquifere, compromettendo la qualità dell’acqua potabile e danneggiando gli ecosistemi circostanti”.

“Questo impatto negativo – sostiene Zucconi – non può che influire sulla salute della popolazione locale e sull’equilibrio ecologico dell’area circostanti. Ancora: manca totalmente una previsione urbanistica e non si sa se il 30% di materie recuperate potranno effettivamente interessare le aziende cartarie. Lo stesso ente promotore Reti Ambiente nella sua relazione ammette il costo ambientale, la non compatibilità con il piano urbanistico ma soprattutto l’alto rischio di impatto sull’inquinamento catalogato con grado P3. Non solo, si rileva che i costi per l’impianto siano di circa 15 milioni di Euro, di cui soltanto 10 finanziati da Pnrr, dunque almeno 5 ricadranno sui cittadini con aumento degli oneri di sistema. Inoltre dalla relazione di Arpat si rileva che l’impianto sperimentale produrrà per lo smaltimento circa 1.900.000 metri cubi di metano, con consumo d’acqua (dell’acquedotto) di circa 4700 metri cubi ed impatto sul consumo del suolo di 6800 metri quadrati (ricordiamo che l’unico altro impianto in Italia, quello di Treviso, ha già chiuso da almeno 2 anni). La relazione di Arpat è così negativa che limitarsi alle prescrizioni a carico di Reti Ambiente pare veramente assurdo. Infine è indubbio che l’odore decisamente sgradevole emesso da tali impianti, insieme alla presenza di rifiuti in decomposizione, potrà creare un ambiente a dir poco insalubre e compromettere la qualità della vita dei residenti nelle vicinanze”.

“Per tutte le suddette ragioni – conclude Zucconi – ritengo la decisione di aprire l’impianto del tutto inaccettabile e addirittura illegittima per l’iter seguito e per la mancanza di trasparenza, pensiamo al solo fatto di non aver neppure previsto un passaggio dalla competente commissione ambiente del Comune di Capannori. Sarà mia priorità seguire con attenzione la vicenda ed eventualmente di presentare un’interrogazione parlamentare per fare luce sulla questione di Salanetti e percorrere ogni possibile strada  per fare chiarezza e per impedire che si compiano atti definitivi in merito prima di aver risposto alle più che legittime preoccupazioni dei cittadini”.