‘Puccini a San Gennaro’ con la Filarmonica Gaetano Luporini




Appuntamento venerdì (2 agosto) alle 21,15 sul piazzale della Pieve
Venerdì (2 agosto), alle 21,15, la Filarmonica Gaetano Luporini di San Gennaro, diretta dal maestro Giampaolo Lazzeri, si esibirà nel piazzale della Pieve, a San Gennaro, nel consueto Concerto d’Estate per celebrare il centenario della morte del compositore Giacomo Puccini.
Il concerto, titolato Puccini a San Gennaro, nasce in collaborazione e con il sostegno del Centro Studi Giacomo Puccini, quale evento autentico, fondato sulla ricerca storico-artistico-musicale per la scoperta e la valorizzazione dei capolavori pucciniani, custoditi negli archivi toscani; durante la serata, infatti, saranno presentati ben due inediti pucciniani.
L’evento è inserito nel più ampio calendario del Festival delle Pievi 2024, organizzato dal Comune di Capannori con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e si avvale anche del contributo della ditta Citti Maceri Falesa Srl.
La Filarmonica Gaetano Luporini – istituzione storica del territorio lucchese che da poco ha festeggiato i 130 anni consecutivi di attività musicale, didattica, di formazione e concertistica – apre il programma, interamente pucciniano, con l’esecuzione della Marcia n. 45 in Re Maggiore, conservata dal Centro Studi Puccini nel Catalogo tematico delle Sonate per Organo, il cui autografo porta data di composizione 12 aprile 1878, qui nella versione per orchestra di fiati realizzata dal Maestro Lazzeri.
Dalla Marcia all’Intermezzo dalla Manon Lescaut, nella trascrizione di Massimo Picchioni. Intermezzo che apre il terzo atto dell’opera, rappresentata nel 1893 al Teatro Regio di Torino; l’opera che decreta il primo vero trionfo di Puccini nel panorama nazionale ed internazionale, apprezzata anche dalla critica per la sua valenza di musica a programma, che descrive la disperazione di Des Grieux e il suo battersi in favore di Manon, l’angoscia del Cavaliere e quei suoi singhiozzi finali alla vista dello sfinimento della sua amata e di quella morte straziante, inevitabile conseguenza del suo modo di vivere. La musica avanza insieme ai due amanti, nella sabbia del deserto, alla ricerca di un’impossibile speranza di salvezza, perché l’unica certezza è la vita, l’attaccamento disperato alla vita.
Dalla Manon all’Edgar, con il suo Preludio all’atto III; un omaggio a Lucca, la città che il 5 settembre 1891, al Teatro del Giglio, ospitò la seconda versione dell’opera, dopo la prima scaligera, nella revisione e strumentazione del maestro Lazzeri.
Sarà poi la volta dell’esecuzione del Capriccio sinfonico SC 55. La Filarmonica darà voce a questa pagina strumentale che Puccini compose durante gli anni di studio al Conservatorio di Milano, sotto la guida di Antonio Bazzini e Amilcare Ponchielli. Il critico Filippo Filippi, dopo la prima esecuzione di questa pagina, elogiò lo stile sinfonico del giovane allievo lucchese, predicendone un luminoso avvenire quale sinfonista, perchè il Capriccio era chiaro, robusto, efficace, sostenuto da molta verità, da molta arditezza armonica, ma sempre attaccato alla melodia di gusto italiano.
Dal Capriccio sinfonico all’Introduzione e Intermezzo dall’atto unico Suor Angelica, una delle opere del Trittico pucciniano insieme a Il tabarro e Gianni Schicchi, scritta nel 1917 e data in prima mondiale al Metropolitan di New York, il 14 dicembre 1918. Due pagine intime e minuziosamente eleganti, intrise di elegia e spiritualità. Le pagine sinfoniche del Maestro lucchese passano il testimone a tre celebri composizioni vocali, che si avvalgono della partecipazione del tenore solista Davide Ciarrocchi, artista del Coro del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino.
Il tenore Ciarrocchi eseguirà, con la Filarmonica, le tre romanze Terra e Mare, Sole e Amore e Firenze è come un albero fiorito dal Gianni Schicchi, nelle strumentazioni del maestro Lazzeri. Tre pagine lirico-sinfoniche, la prima composta nel 1902, su testo di Enrico Panzacchi; la seconda scritta nel 1888 e definita dallo stesso Puccini la miniatura de La bohème; la terza quale celebrazione di Firenze, la città del giglio, resa grande dai personaggi dotti in arti e scienze, provenienti dalle convalli, da Arnolfo dalla Val d’Elsa, a Giotto e il Medici dal Mugel selvoso. In chiusura, ad impreziosire il concerto, l’esecuzione dell’inedito Valzer in La bemolle Maggiore, scritto da Puccini per pianoforte, ricevuto dal Centro Studi Puccini e strumentato dal maestro Lazzeri per celebrare il centenario pucciniano.
Ingresso libero, in caso di pioggia il Concerto d’Estate sarà annullato,